Giochi del Mediterraneo a Taranto: il Comitato organizzatore respinge al mittente le accuse del Governo

I lavori a uno degli impianti che ospiterà i Giochi a Taranto
I lavori a uno degli impianti che ospiterà i Giochi a Taranto
di Nicola SAMMALI
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Lunedì 13 Marzo 2023, 05:00

I Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 sono a rischio per i ritardi del governo. Lo scrive chiaramente il Comitato organizzatore, costituito dal Comune e dalla Provincia del capoluogo ionico, dalla Regione Puglia, dal Coni e dal governo stesso, chiedendo un «incontro urgente» all’esecutivo dopo l’attacco frontale mirato sulle carenze organizzative della competizione sportiva in programma tra tre anni e tre mesi esatti.

Le criticità

Quattro pagine di criticità, evidenziate dai ministri per il Sud e per lo Sport, rispettivamente Raffaele Fitto e Andrea Abodi, hanno messo in discussione il masterplan dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026.  La lettera che venerdì il governo ha inviato al Comitato organizzatore presieduto dal sindaco Rinaldo Melucci e dal direttore generale Elio Sannicandro, sottolinea alcuni aspetti relativi alla documentazione integrativa richiesta all’incontro che si è tenuto a Roma a fine gennaio (trasmessa poi il 21 febbraio), che avrebbe dovuto dissipare i dubbi sul cronoprogramma e sulle coperture finanziarie, consentendo a quel punto l’emanazione del decreto attuativo che libererebbe le attese risorse pari a 150 milioni di euro già stanziate a marzo 2022.

L'ipotesi commissariamento

Ma così non è stato, almeno secondo quanto riportato dai ministri, che allungano di fatto un’ombra preoccupante sullo «svolgimento» dei Giochi, tanto da indurre Forza Italia (e Lega) in Puglia, nella giornata di ieri, a chiedere il commissariamento del Comitato organizzatore. Una doccia gelata, che ha colto di sorpresa il Comitato organizzatore, pronto a difendere il lavoro portato avanti negli ultimi anni.

L’attenzione del governo si è focalizzata su cinque interventi in particolare, per un investimento complessivo di 28 milioni, «spariti» dal masterplan del 2020: Fitto e Abodi scrivono che non ci sarebbero indicazioni in merito ai criteri ulteriori che hanno indotto alla loro eliminazione.  Nello specifico, sono quelli relativi agli impianti sportivi di Taranto (al quartiere Salinella e in via Cugini, nell’area di competenza della Marina militare); allo stadio di Francavilla Fontana; allo stadio di tennis a Castellaneta marina; al poligono di tiro Principe di Piemonte a Lecce.

La risposta di Sannicandro

Proprio questo aggiornamento, quindi, ha accentuato le perplessità di Roma. Ma il direttore Sannicandro (che proprio venerdì si era detto fiducioso) ha risposto nel merito, fornendo spiegazioni dettagliate proprio su quello che il governo ha contestato al Comitato organizzatore: «È evidente che ci sono passaggi strumentali - è la premessa -: quella documentazione che abbiamo inviato è integrativa a quella che dovrebbe essere già in loro possesso, perché il Dipartimento dello sport e l’Agenzia della coesione ce l’hanno da tempo, da tre anni, anche se il governo nel frattempo è cambiato più volte.

Il cronoprogramma ce l’avevano già, l’abbiamo aggiornato tre volte in tre anni. Già con la Carfagna erano state chiarite queste cose. Bastava semplicemente chiedere. Dire che il Comitato è responsabile dei ritardi mi sembra abbastanza paradossale: tutto ciò che è stato fatto fino a questo momento, dal dossier di candidatura, al masterplan, al cronoprogramma che ho mandato a dicembre, ai progetti, alle schede tecniche lo hanno fatto la Regione Puglia e il Comune di Taranto con risorse proprie. Le progettazioni degli impianti più importanti sono in corso di realizzazione a carico dell’Asset. È scorretto dire che la colpa è nostra, se in realtà sono cambiati quattro governi».  Gli interventi eliminati, spiega Sannicandro, hanno motivazioni precise: «È il Comitato organizzatore che decide il masterplan, ma è evidente che all’aggiornamento dei prezzi, alla luce dei rincari degli ultimi due anni, con un incremento medio del 15%, o sforavamo il tetto dei 300 milioni - e già ne abbiamo meno del necessario - o eliminavamo, come abbiamo ritenuto di fare, gli impianti non fondamentali citati nella lettera. L’impianto di via Cugini è stato tolto perché da tre anni a questa parte la Marina non ci ha risposto, né ha sviluppato un progetto. Ma soprattutto non c’è una convenzione che abbiamo chiesto per l’apertura dell’impianto alla fruizione dei cittadini. Per ogni cosa c’è una spiegazione: anche la terza palestra alla Salinella è stata eliminata perché ci siamo concentrati sulla palestra Ricciardi, nello stesso quartiere».  Non di meno, ricorda Sannicandro, «il governo fa parte del Comitato organizzatore: io sono sempre a disposizione, in qualsiasi momento, con spirito collaborativo. Adesso risponderemo, garbatamente, ma ripeto: quello che chiedono è già nella documentazione integrativa». Un altro rilievo critico riguarda invece il Villaggio Olimpico destinato a ospitare gli atleti (circa 4mila, in rappresentanza di 26 Paesi). I ministri Fitto e Abodi riferiscono che «la documentazione trasmessa non fornisce alcun elemento informativo in merito all’individuazione della sede del Villaggio Olimpico, si resta in attesa di conoscere le valutazioni elaborate e le azioni poste in essere al riguardo da codesto Comitato. Il ritardo accumulato nell’attività di programmazione dell’evento desta preoccupazione». Sannicandro, però, ribatte: «Adesso l’urgenza sono gli impianti: che noi usiamo il villaggio di Castellaneta o la nave da crociera, di cui avevamo già parlato in quella interlocuzione (a gennaio, ndc) e che nel caso andrebbe solo noleggiata, non è un problema fondamentale, non c’è nulla da costruire». 

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