I Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 sono a rischio per i ritardi del governo. Lo scrive chiaramente il Comitato organizzatore, costituito dal Comune e dalla Provincia del capoluogo ionico, dalla Regione Puglia, dal Coni e dal governo stesso, chiedendo un «incontro urgente» all’esecutivo dopo l’attacco frontale mirato sulle carenze organizzative della competizione sportiva in programma tra tre anni e tre mesi esatti.
Le criticità
Quattro pagine di criticità, evidenziate dai ministri per il Sud e per lo Sport, rispettivamente Raffaele Fitto e Andrea Abodi, hanno messo in discussione il masterplan dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026. La lettera che venerdì il governo ha inviato al Comitato organizzatore presieduto dal sindaco Rinaldo Melucci e dal direttore generale Elio Sannicandro, sottolinea alcuni aspetti relativi alla documentazione integrativa richiesta all’incontro che si è tenuto a Roma a fine gennaio (trasmessa poi il 21 febbraio), che avrebbe dovuto dissipare i dubbi sul cronoprogramma e sulle coperture finanziarie, consentendo a quel punto l’emanazione del decreto attuativo che libererebbe le attese risorse pari a 150 milioni di euro già stanziate a marzo 2022.
L'ipotesi commissariamento
Ma così non è stato, almeno secondo quanto riportato dai ministri, che allungano di fatto un’ombra preoccupante sullo «svolgimento» dei Giochi, tanto da indurre Forza Italia (e Lega) in Puglia, nella giornata di ieri, a chiedere il commissariamento del Comitato organizzatore. Una doccia gelata, che ha colto di sorpresa il Comitato organizzatore, pronto a difendere il lavoro portato avanti negli ultimi anni.
L’attenzione del governo si è focalizzata su cinque interventi in particolare, per un investimento complessivo di 28 milioni, «spariti» dal masterplan del 2020: Fitto e Abodi scrivono che non ci sarebbero indicazioni in merito ai criteri ulteriori che hanno indotto alla loro eliminazione. Nello specifico, sono quelli relativi agli impianti sportivi di Taranto (al quartiere Salinella e in via Cugini, nell’area di competenza della Marina militare); allo stadio di Francavilla Fontana; allo stadio di tennis a Castellaneta marina; al poligono di tiro Principe di Piemonte a Lecce.
La risposta di Sannicandro
Proprio questo aggiornamento, quindi, ha accentuato le perplessità di Roma. Ma il direttore Sannicandro (che proprio venerdì si era detto fiducioso) ha risposto nel merito, fornendo spiegazioni dettagliate proprio su quello che il governo ha contestato al Comitato organizzatore: «È evidente che ci sono passaggi strumentali - è la premessa -: quella documentazione che abbiamo inviato è integrativa a quella che dovrebbe essere già in loro possesso, perché il Dipartimento dello sport e l’Agenzia della coesione ce l’hanno da tempo, da tre anni, anche se il governo nel frattempo è cambiato più volte.