Giochi del Mediterraneo a Taranto: si corre per recuperare i fondi "persi"

L'esultanza per la designazione di Taranto ormai alcuni anni fa
L'esultanza per la designazione di Taranto ormai alcuni anni fa
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Giovedì 30 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:13

Bocciati i due emendamenti alla legge di Bilancio per i Giochi del Mediterraneo a Taranto ora è corsa contro il tempo per recuperare i fondi indispensabili per le piccole olimpiadi in programma nel capoluogo jonico nel 2026. 
Questo il quadro all’indomani del verdetto della commissione Bilancio del Senato che ha rispedito al mittente i due emendamenti in cui era inserita la dote da 200 milioni di euro da destinare al comitato organizzatore dei Giochi.

Quel “tesoretto” per ora è rimasto al palo insieme alle due iniziative che portavano le firme del senatore tarantino del Movimento Cinque Stelle Mario Turco, sottosegretario alla presidenza del Consiglio all’epoca del Governo guidato da Giuseppe Conte, e dal senatore salentino del Partito Democratico Dario Stefano.

Cosa è successo

Il semaforo rosso della commissione di Palazzo Madama ha inevitabilmente frenato il cammino dei Giochi ed impone una vera e propria corsa contro il tempo per individuare la linea di finanziamento per assicurare la “dote” necessaria per completare la ristrutturazione di impianti e avviare i cantieri per strutture nuove come lo stadio del nuoto e il centro nautico. A fissare il traguardo di questa ideale rincorsa è lo stesso esponente del M5S Mario Turco. Proprio lui, infatti, ha spiegato come sia indispensabile acquisire la certezza dei fondi per completare le opere, molte delle quali già in cantiere, al massimo entro il prossimo febbraio. Questo perché l’appuntamento internazionale di Taranto è più vicino di quanto di possa pensare. «Anche se nella legge di Bilancio non é passato l’emendamento da me proposto sui 200 milioni per la realizzazione delle infrastrutture dei Giochi del Mediterraneo - ha spiegato ieri - ci sono tutti i margini per provvedere al finanziamento nel nuovo anno. La partita non é affatto persa e i Giochi non sono sfumati».

Rassicurazioni che peraltro ricalcano l’impegno portato avanti nel biennio alle spalle dallo stesso ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
«Il precedente Governo - ha aggiunto il senatore - ha stanziato lo scorso anno, 4,5 milioni di euro per lo start alle progettazioni degli impianti. Nello stesso anno, inoltre, è arrivata una delibera Cipe che assumeva l’impegno dei 200 milioni destinati alla macchina dei “Giochi del Mediterraneo”. Siamo arrivati a questa legge di Bilancio - ha insistito Turco - e malgrado l’emendamento da me proposto per i Giochi fosse tra quelli segnalati e quindi concordato con il Governo che, al pari del Coni, conosce già questo dossier, l’emendamento è venuto meno». Un esito che il senatore tarantino spiega con la necessità di provvedere ad urgenze più stringenti, come gli interventi per mitigare gli effetti del “caro bollette”, davanti alle quali i fondi per l’evento del 2026 ha dovuto segnare il passo. «Premesso che dobbiamo acquisire la certezza dei fondi entro febbraio prossimo - ha insistito l’esponente dei Cinque Stelle - esistono altri strumenti legislativi per provvedere.

Uno di questi potrebbe essere il dl Concorrenza oppure qualche altro provvedimento il cui iter parlamentare è già avviato. Non è certo la prima volta che si ricorre ad una soluzione del genere. È vero - ha concluso - che il piano stimato da Regione Puglia, Asset ed enti locali prevede 200 milioni tra costruzione di nuovi impianti sportivi e ristrutturazione degli esistenti, che poi é la parte più rilevante, ma in questa prima fase del 2022 credo che bastino una sessantina di milioni per avviare i cantieri e chiudere le progettazioni. Sicuramente dobbiamo recuperare i ritardi. Come Governo Conte II prevedemmo di concludere le opere nel 2024. Questo per prepararci all’evento attraverso gare e manifestazioni su cui richiamare l’attenzione degli sponsor e puntare anche ad ottenere diritti tv, in modo da reperire risorse per la gestione di questi impianti che ha costi di circa 30 milioni l’anno».

La polemica

Sul caso ieri è intervenuto anche il Gruppo regionale di Fratelli d’Italia, composto dai consiglieri Renato Perrini, Ignazio Zullo, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone e Francesco Ventola. 
«I Giochi del Mediterraneo - si legge nella loro nota - sono un’occasione unica per Taranto, ma potrebbero diventare un sogno irrealizzato per mancanza del finanziamento di 200 milioni di euro promesso dal Governo e, in modo particolare, dal ministro al Sud Carfagna, e bocciati dal Senato. Il presidente Emiliano e l’assessore allo sport Piemontese devono fare chiarezza: sono maggioranza - insieme al senatore Mario Turco del M5S che ha proposto l’emendamento dei 200 milioni a Bari come a Roma. Per questo - conclude la nota - stiamo presentando un’interrogazione urgente per conoscere come la Regione intende assicurare alla città lo svolgimento dei Giochi con risorse proprie». 

L'ex sindaco: è una vergogna

«Nonostante il corposo masterplan redatto insieme ad Asset Puglia molti mesi fa e già approvato dal Cis Taranto, e nonostante gli emendamenti proposti alla legge finanziaria in discussione in Parlamento, al momento i XX Giochi del Mediterraneo di Taranto del 2026 sono ancora senza copertura finanziaria, per la indispensabile quota relativa al Governo, che pure si era impegnato a più riprese. Ciò crea una inspiegabile asimmetria con quanto si sta facendo, giustamente, per i giochi invernali di Milano-Cortina». Con queste parole l’ex sindaco Rinalco Melucci ha commentato il mancato via libera con la legge di Bilancio ai fondi per i Giochi del 2026.
«Ho sentito e ringraziato - ha aggiunto Melucci - il presidente della Regione Michele Emiliano, che con tutta la sua struttura sta seguendo con grande attenzione e risolutezza il dossier, consapevole che l’evento impatterà su di una ventina di comuni delle tre province ionico-salentine.
Poi non mi si venga a dire che in assenza di un’amministrazione comunale che cura puntualmente gli interessi dei tarantini a tutti i livelli, non cambia niente per il futuro della nostra città.
Per chi ha determinato questo scempio a danno di Taranto una sola parola: vergogna». 

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