Una sentenza «scandalosa», «che crea un precedente pericoloso», «un abominio laddove in Italia e in altre stragi italiane non è stata fatta né verità né giustizia», «un provvedimento che getta fango sulle vittime e incertezza sui vivi». Tante le voci, tra cui quella dei genitori tarantini, ma una sola, unanime condanna è arrivata dalla manifestazione «Le vittime non hanno colpa», oggi all'Aquila davanti alla sede del Consiglio regionale d'Abruzzo, in riferimento alla sentenza, in sede civile del Tribunale dell'Aquila, per il crollo di uno stabile in via Campo di Fossa in cui la notte del 6 aprile 2009, con il terremoto, morirono 24 persone.
La corresponsabilità
L'Avvocatura dello Stato ha accolto la richiesta di risarcimento con sentenza del giudice Monica Croci, ma il Tribunale ha anche riconosciuto una corresponsabilità di alcune vittime, al 30%, perché ritenute imprudenti a non uscire di casa dopo la scossa precedente quella devastante delle 3:32. A manifestare circa 800 persone; con striscioni e interventi dal palco c'erano anche i comitati sorti all'indomani di altri disastri, il ponte Morandi, l'hotel Rigopiano, l'inquinamento di Taranto. «Prima rassicura poi condanna le vittime e il popolo aquilano, ennesima vergogna dello Stato italiano», recita uno striscione accanto a un altro che grida «Le vittime non hanno colpa».
I parenti
"Una sentenza del genere attribuirebbe la colpa persino a Falcone e Borsellino per il fatto di aver combattuto la Mafia - ha detto Federico Vittorini che nel sisma ha perso madre e sorella.