Furbetti dei vaccini a Taranto, sono 30 i casi sospetti: le Fiamme Gialle hanno ricostruito la documentazione usata in pandemia

Furbetti dei vaccini a Taranto, sono 30 i casi sospetti: le Fiamme Gialle hanno ricostruito la documentazione usata in pandemia
Furbetti dei vaccini a Taranto, sono 30 i casi sospetti: le Fiamme Gialle hanno ricostruito la documentazione usata in pandemia
di Nazareno DINOI
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Giovedì 8 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 08:10

Non è stato un lavoro facile per la Guardia di Finanza di Taranto pescare tra i tanti che si sono vaccinati legittimamente quelli che hanno saltato la fila facendo i furbetti e truccando le carte. Fatta la dovuta scrematura che ha tirato fuori i casi borderline, sono una trentina quelli che rischiano l’incriminazione di false dichiarazioni sull’identità, truffa aggravata ai danni del Sistema sanitario nazionale e falso ideologico.

I loro nomi sono contenuti nell’informativa che gli uomini del nucleo di polizia economica e finanziaria agli ordini del tenente colonnello, Marco Antonucci, hanno consegnato nelle mani del procuratore capo aggiunto, Maurizio Carbone, titolare del fascicolo aperto senza indagati ma che all’esito delle indagini appena concluse dalle fiamme gialle si potrebbe riempire con i nomi individuati. Nell’elenco fornito dai finanziari ci sarebbero i casi più eclatanti dei cosiddetti saltafila, di persone cioè che sono riuscite ad ottenere la dose in tempi chiaramente in anticipo rispetto all’età.

Tra questi anche coloro i quali avrebbero avuto libero accesso negli hub vaccinali grazie a loro particolare ruolo sociale (si tratterebbe di amministratori pubblici) e chi, pur di garantirsi l’immunizzazione prima di tutti, si sarebbe fatto classificare appartenente ad una categoria di aventi diritto non avendone titolo.

L’attività investigativa si è resa necessaria dopo l’arrivo di numerosi esposti giunti in procura. Il periodo analizzato è quello che va dalla fine di gennaio sino a marzo inoltrato, lo stesso che ha interessato anche altre procure pugliesi, alcune delle quali già nella fase degli avvisi di garanzia e richieste di rinvio a giudizio per gli imputati. Il compito di scovare i furbetti a Taranto è toccato agli investigatori del nucleo al comando del tenente colonnello Antonucci che hanno dovuto acquisire dal Dipartimento di prevenzione della Asl ionica i tabulati dell’anagrafe vaccinale dove sono contenuti i nomi della popolazione con lo stato di vaccinazione di ognuno.

L'indagine

Un lavoro che ha chiesto un notevole impegno e che ha portato ad individuare i trenta potenziali indagati che a questo punto potrebbero ricevere da un giorno all’altro l’avviso di garanzia. Particolarmente difficoltoso per gli investigatori è stato definire la posizione dei vaccinati classificati nella sezione «altro». Tra questi erano inserite tutte le figure di supporto sanitario, come personale delle associazioni di volontariato e addetti alla sicurezza nel terzo settore, a cui era permesso il vaccino indipendentemente dalla loro età.

Un motivo, per alcuni, di infilarsi tra gli aventi diritto indossando un semplice gilet con l’insegna di qualche associazione. Più facile sarà stato per i finanzieri individuare chi ha barato sulle professioni. Si ricorda che sino a febbraio le uniche categorie che avevano diritto al vaccino, oltre agli ultraottantenni e i fragili, erano i lavoratori del settore sanitario, militari e della scuola. Ovviamente è proprio su queste situazioni che si sono accessi in via principale i riflettori delle verifiche il cui esito si dovrebbe conoscere a breve.

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