Fondi ex Ilva sottratti alle bonifiche di Taranto: due iniziative di protesta

Una veduta della città con le ciminiere del siderurgico
Una veduta della città con le ciminiere del siderurgico
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 05:00

Due sit in di protesta in città. E un coro di contestazioni. Così è stata accolto lo spostamento del “tesoretto” di 575 milioni di euro dalle bonifica dei siti inquinati agli interventi per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. Un tema che ha scaldato il fronte della grande fabbrica, già infiammato dalla richiesta di “Acciaierie d’Italia” di rivedere alcune norme in materia ambientale e di prevenzione sanitaria del rischio. 

Le prime proteste

Le due manifestazioni di protesta sono state annunciate per mercoledì alle 10,30, in viale Magna all’incrocio con corso Italia, sotto un nuovo grande manifesto delle associazioni ambientaliste, e per venerdì alle 9.30 sotto la Prefettura da parte del sindacato Usb.

L'ex sindaco e il centrosinistra


Per l’ex sindaco Rinaldo Melucci «il tutto appare iscritto in una strategia per togliere a Taranto la speranza in un futuro diverso. Niente “Giochi del Mediterraneo”, niente pagamenti all’indotto e tanta cassa integrazione, niente bonifiche. È come se ci dicessero che per noi deve valere solo e sempre l’odioso ricatto siderurgico. Chiedo ai parlamentari pugliesi di fermare questa involuzione. Stiamo assistendo ad un nuovo saccheggio della nostra terra. Sembra un drammatico gioco dell’oca per l’incapacità del Governo di assumere scelte decisive, urgenti, che conservino la priorità della salute dei tarantini. Siamo punto e a capo dopo anni di battaglie, anche giudiziarie». 
«È inaccettabile - ha commentato Nicola Oddati, commissario del Pd a Taranto - tradire ancora una volta le aspettative del territorio, dirottando 575 milioni di euro dalle bonifiche ad interventi nello stabilimento». Oddati ha sottolineato che «gli interventi mirati a liberare la fabbrica dalle fonti fossili sono uno dei punti fermi per il nostro partito. Ma questo non significa far scivolare in secondo piano un tema essenziale e indispensabile per la rinascita della città, come le bonifiche».
Al coro di proteste si è subito unito anche il co-portavoce nazionale di Verdi Europa Angelo Bonelli, parlando di «golpe contro la salute» e annunciando ricorsi alla Procura di Taranto e alla Corte di Giustizia. 
Contro il trasferimento dei 575 milioni, sono già intervenuti i deputati Giampaolo Cassese dell’M5S e Giovanni Vianello del Gruppo Misto. I 575 milioni, come si ricorderà, fanno parte del sequestro di 1.171 milioni ai danni dei Riva, ex proprietari di Ilva, rientrano in una “dote” destinata a Ilva in amministrazione straordinaria per essere impiegati negli interventi di bonifica. 
«La decarbonizzazione - ha rilevato Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera - è una priorità, la cui realizzazione però non può avvenire a detrimento delle bonifiche ambientali.

Il milleproroghe non sembra andare nella direzione di dare a Taranto una prospettiva di sostenibilità senza dimenticarsi di riparare i gravi danni del passato. La decarbonizzazione non può trasformarsi da obiettivo a pretesto per tradire ancora una volta le promesse fatte. Né si può accettare l’ambiguità di questa partita di giro che regala risorse pubbliche a una società con un partner privato, invece di impiegarle per risarcire, con le dovute misure, chi in tutti questi anni ha patito il danno diretto e le sue conseguenze».

«Il fatto che le risorse vengano destinate alla decarbonizzazione - ha detto Mino Borraccino, consigliere delegato per Taranto del governatore Emiliano - non attenua la gravità dell’atto. La decarbonizzazione deve essere avviata con i fondi statali e comunitari e invece quelle risorse servivano per le bonifiche ambientali e per il giusto risarcimento di Taranto che piange morti da molti, troppi anni. Di questo si deve fare carico il Governo che tra le altre cose è azionista di riferimento di Acciaierie d’Italia». 

Il Movimento 5 Stelle

Grande stupore per la proposta avanzata nel Milleproroghe è stata espressa anche dell’ex sottosegretario tarantino Mario Turco del Movimento Cinque Stelle. Nel suo intervento il senatore sottolinea come andrebbe accertata «la effettiva paternità della proposta. Secondo la relazione di accompagnamento del decreto - prosegue - le risorse sarebbero destinate alla decarbonizzazione, di cui non si conoscono ancora i contenuti, i tempi di realizzazione e il conseguente fabbisogno finanziario complessivo. Taranto non può accettare questo ennesimo sacrificio e rinviare ancora una volta le tanto attese bonifiche, con i conseguenti rischi che questo comporta sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Invitiamo, pertanto, tutte le forze politiche a fare fronte comune per modificare e correggere questa assurda proposta». 

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