Ferretti, firmato l’accordo di programma per gli yacht a Taranto

Uno yacht della Ferretti
Uno yacht della Ferretti
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:15

Passo dopo passo avanza il progetto del gruppo Ferretti per la realizzazione a Taranto, nell’area dell’ex yard Belleli a Mar Grande, di uno stabilimento che costruirà scafi per yacht. Il giro delle firme sull’accordo di programma relativo a bonifica, messa in sicurezza e reindustrializzazione del sito, che nelle settimane scorse era stato inaugurato dal ministro per il Sud, Mara Carfagna, si è arricchito di altre due firme: del Comune di Taranto, col sindaco Rinaldo Melucci, e dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto, col presidente Sergio Prete. Mancano, per completare l’iter burocratico, le firme del gruppo Ferretti e di Invitalia, l’agenzia del Mef per l’attrazione degli investimenti. Dopo il ministero per il Sud e la Coesione territoriale, hanno già firmato i ministeri delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (Mims), dello Sviluppo economico (Mise), della Transizione ecologica (Mite), nonchè l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, la Regione Puglia e la Provincia di Taranto. 

Il commento

«Una volta che questo passaggio delle firme sarà stato completato - spiega a Quotidiano Sergio Prete, presidente dell’Authority portuale toccherà a Mise e Mite convocare la conferenza dei servizi in base al Codice dell’Ambiente.

Non c’è un’indicazione di data circa la conferenza. Suppongo che possa probabilmente avvenire dopo la pausa estiva. In quella sede saranno esaminati i progetti definitivi sia della parte pubblica, relativamente alla nfrastrutturazione dell’area, che di quella privata, che attiene all’investimento e alla costruzione del nuovo stabilimento. Sulla base delle osservazioni e delle prescrizioni che saranno eventualmente formulate dalla conferenza, si andrà poi ai progetti esecutivi e all’appalto.

La stazione appaltante pubblica per conto dell’Authority è la Sogesid, società di ingegneria e di assistenza tecnica in house providing del Mite e del Mims - afferma Prete -. Abbiamo due possibilità per quanto ci riguarda: passare dal definitivo all’esecutivo e poi mettere in gara quest’ultimo, oppure fare un appalto integrato che prevede che l’aggiudicatario elabori il progetto esecutivo. Gli stessi obblighi del Codice degli Appalti non valgono per il privato. Prete spiega che sarà effettuato un intervento di bonifica dell’area ed uno di messa in sicurezza lungo la parte perimetrale relativamente alla falda.

L'investimento

L’investimento di Ferretti, messo in rampa di lancio proprio un anno fa con la firma dell’intesa fra il governatore regionale di Puglia, Michele Emiliano, e l’ad del gruppo, Alberto Galassi, vede una partecipazione di risorse pubbliche e private per un totale di 204 milioni di euro. Quelle pubbliche - afferma Prete - sono pari a circa 137 milioni divisi tra 45,5 del ministero delle Infrastrutture, 50 dell’Authority e 41 della Regione Puglia. 
Il privato Ferretti - stando agli accordi - investirà in attivi materiali e ricerca circa 62,6 milioni. In programma, la costruzione di edifici e capannoni per circa 65.500 metri quadrati coperti in un’area di circa 220.000 metri quadrati. Duecento i posti di lavoro diretti previsti. Le risorse pubbliche per 14,2 milioni postate lo scorso dicembre dal ministro Carfagna riguardano invece il contratto di sviluppo. Su questo fronte si era determinata una parziale scopertura e Carfagna ritenne utile procedere alla rimodulazione delle risorse in capo al Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per non perdere l’investimento di Ferretti. Fu così definanziato il progetto dell’acquario digitale, previsto nell’area della ex stazione torpediniere della Marina Militare sul Mar Piccolo, e le risorse risparmiate (in complesso 42,8 milioni) vennero ripostate su altri interventi tra cui il progetto Ferretti. Il definanziamento dell’acquario fu fatto perché il ministro per il Sud ritenne l’iniziativa non ancora progettualmente matura oltrechè dalle ricadute economiche ancora incerte e non compiutamente stimate. E quindi Carfagna pensò che fosse più utile dirottare i fondi su cose già definite anzichè tenerli immobilizzati su un intervento ancora in divenire. Benchè la decisione del ministro e del tavolo Cis sia del 7 dicembre, si è dovuto tuttavia aspettare lo scorso aprile per avere il via libera della Corte dei Conti con la registrazione dell’atto. 
Le firme apposte, dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, costituiscono l’atto che avvia il complesso iter di realizzazione del progetto. Parliamo di un investimento di oltre 204 milioni di euro - afferma Melucci - che farà crescere la cantieristica navale di qualità nel nostro porto. Poniamo un punto fermo in questo percorso partito durante il Governo Conte II, che ci ha visti partecipi e protagonisti nella prospettiva di offrire alla città un orizzonte economico diverso e indipendente dalla monocultura siderurgica. Ogni istituzione coinvolta ha ora ben chiari compiti e tempi da rispettare affinché, al più presto, quell’area torni a essere produttiva. Per il sindaco questo progetto si intreccia con il generale processo di transizione che sta vivendo Taranto poiché comprende anche il completamento delle attività di bonifica che interessano l’area ex yard Belleli.

La Regione - rileva Melucci - ha destinato risorse specifiche per questa attività segnando la ferma volontà di contribuire alla riqualificazione del territorio e al graduale affrancamento dagli effetti di politiche industriali tutt’altro che improntate alla sostenibilità”. “Siamo certi che questa scommessa genererà entusiasmo nel settore, attirando altri investitori che vedono in Taranto un banco di prova per una buona e nuova economia», conclude il sindaco.

Nessun commento viene infine da Ferretti. Lo affermano fonti vicine alla società. “In questa fase non siamo ancora protagonisti - si osserva -. Parleremo quando partirà effettivamente l’investimento e saremo operativamente in campo”. 
Ferretti ha espresso nel 2021 un valore della produzione di 898 milioni ed ha 1.500 dipendenti. Il gruppo possiede e gestisce sei cantieri navali in tutta Italia ed ha un ampio portafoglio di marchi di yacht di lusso: Wally, Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Riva, Crn e Custom Line. Vanta, inoltre, una presenza diretta in Europa, Stati Uniti e Asia ed una rete di circa 60 concessionari terzi. A fine febbraio il portafoglio ordini di Ferretti era pari a 1,27 miliardi con una raccolta ordini, nei primi due mesi del 2022, di 308 milioni. Il gruppo, che è presente in oltre 70 Paesi con una strategia commerciale geograficamente molto diversificata, ha dichiarato infine di avere un’esposizione, in termine di ricavi, inferiore al 3 per cento verso le aree geografiche coinvolte nel conflitto tra Russia e Ucraina. Non è infatti esposto sul segmento dei mega e gigayacht, che è quello di maggiore riferimento per le élite russe colpite dalle sanzioni internazionali.

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