Scontro sull'ex Ilva di Taranto: la Uilm chiede al Governo un'operazione verità

Da sinistra il ministro Urso e il segretario Uilm Palombella
Da sinistra il ministro Urso e il segretario Uilm Palombella
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 21 Aprile 2023, 06:00

Dopo che il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha chiesto di nuovo ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di chiarire come intende rilanciare l’azienda, quale è il suo piano industriale e quali investimenti intende effettuare, palesando la possibilità che possa farlo lo Stato se il privato dovesse ancora nicchiare, la Uilm del segretario nazionale Rocco Palombella invita il Governo ed Invitalia a fare un’operazione verità sull’ex Ilva di Taranto. Con una lettera al premier Giorgia Meloni, ai ministri Urso, Giancarlo Giorgetti (Economia) e Marina Calderone (Lavoro), all’ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, e per conoscenza anche ai vertici di AdI e ai commissari dell’amministrazione straordinaria, il numero 1 della Uilm esordisce affermando che si registra “un peggioramento progressivo e inesorabile delle condizioni dei lavoratori diretti e indiretti, un livello minimo di produzione, la prosecuzione di mancati pagamenti per le aziende dell’indotto e un aumento della cassa integrazione che coinvolge ad oggi tremila lavoratori, che si sommano ai 1.600 in Amministrazione straordinaria”.

Le sei domande

Palombella pone quindi le domande a Governo e Invitalia, visto che lo Stato è al 38 per cento nel capitale di AdI ed ha messo in cantiere il passaggio al 60, quindi in maggioranza. Passaggio che potrebbe essere anticipato rispetto a maggio 2024 se il privato Mittal dovesse tergiversare sulle risposte attese dall’esecutivo dopo l’arrivo di 680 milioni pubblici. E Palombella parte proprio da questo punto per dire che vuol “conoscere le modalità di utilizzo e la destinazione dei 680 milioni di euro di fondi pubblici, previsti dal decreto legge n. 2 del 2023 poi convertito in legge il 3 marzo scorso, e dei 70 milioni di euro del socio privato”. “Allo stesso tempo vorremmo conoscere l’entità effettiva dell’indebitamento societario, dichiarato più volte dai responsabili dell’azienda in occasione di incontri ministeriali, ma mai quantificato realmente”, prosegue Palombella, che rammenta che nel 2021 la società ha dichiarato un utile di esercizio di 310 milioni di euro.

Il lavoro

Aspetto occupazione e cassa integrazione straordinaria in corso per 3.000 addetti nel gruppo di cui 2.500 a Taranto, con la Uilm che non ha firmato l’intesa con l’azienda e il ministero del Lavoro. “Dopo l’accordo separato sulla proroga della cassa integrazione straordinaria che, tra l’altro, non ha visto la presentazione di alcun piano industriale, né un programma di investimenti, chiediamo come si pensa di procedere per salvaguardare i posti di lavoro, diretti e indiretti e dei lavoratori in Amministrazione straordinaria, che in base all’accordo del 6 settembre 2018 dovranno essere reintegrati a partire da agosto 2023”, domanda la Uilm.

Le prescrizioni ambientali

C’è poi il nodo delle proroghe chieste da AdI sull’Aia in corso e quello della nuova Aia ancora in stand by. “A che punto si trova lo stato di avanzamento dei lavori rispetto alle prescrizioni definite dalla Magistratura per ottenere il dissequestro degli impianti dell’area a caldo” chiede la Uilm sul fronte ambientale.

E rammenta che a “maggio 2022, nella richiesta di dissequestro presentata dai commissari di Ilva AS, si dichiarava che era stato realizzato l’88% degli interventi previsti. Data la vicina scadenza del 23 agosto 2023, vogliamo sapere se ci sarà il completamento delle prescrizioni ambientali oppure, in caso negativo, come si pensa di procedere”.

Produzione di acciaio

Quest’anno l’azienda dichiara farà 4 milioni di tonnellate. Un livello ritenuto inadeguato dalla Uilm, che vuole conoscere “quali siano gli impedimenti reali che ostacolano la risalita produttiva a sei milioni di tonnellate, limite previsto dalla Magistratura, mai raggiunto negli ultimi anni e che consentirebbe l’equilibrio finanziario. Attualmente nel sito di Taranto si marcia con due altiforni su tre disponibili (con il conseguente deterioramento di quello fermo), con un livello produttivo simile a quello dello scorso anno, che si chiuse con il record negativo di 3,4 milioni di tonnellate. A questo proposito - dice il sindacato - vorremmo si facesse chiarezza definitivamente sulla quantificazione delle quote CO2 e dei certificati verdi detenuti attualmente o che deteneva l’azienda e se questi siano legati alla mancata risalita produttiva e alla richiesta di cassa integrazione per tremila lavoratori”.

“Quali misure e interventi si vorrebbero mettere in campo” chiede infine la Uilm, che sollecita  “un cronoprogramma verificabile e attuabile” e torna a sollecitare un confronto col ministro Urso “nel più breve tempo possibile”. 

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