Ex Ilva, un anno di cassa integrazione per 2500 dipendenti di Acciaierie d'Italia. Via al piano di ristrutturazione e investimenti

Ex Ilva, un anno di cassa integrazione per 2500 dipendenti di Acciaierie d'Italia. Via al piano di ristrutturazione e investimenti
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Martedì 1 Marzo 2022, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 19:03

Ex Ilva, arriva la cassa integrazione per i dipendenti: 3mila in tutto il gruppo e 2500 solo a Taranto

L'annuncio dell'azienda

Acciaierie d'Italia ha comunicato alle organizzazioni sindacali la necessità di ricorrere alla Cassa integrazione straordinaria (Cigs) per la durata di 12 mesi, a partire dal 28 marzo, per complessivi 3mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto. Nel documento si annuncia il piano di ristrutturazione e di investimenti e l'assetto di marcia che prevederà inizialmente una produzione di 15mila tonnellate d'acciaio al giorno rispetto alle circa 20mila tonnellate al giorno producibili ad assetto produttivo ordinario.

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Il capo del personale

Questi livelli di produzione, si legge nel documento a firma del capo del Personale Arturo Ferrucci, «pongono in prospettiva in strutturale squilibrio il rapporto costi-ricavi dell'intero ciclo produttivo gestito da Acciaierie d'Italia».

Questo, «determinerà inevitabilmente una riduzione del personale presente, oltre a dover gestire momentanee inattività dello stesso, derivanti da temporanee fermate, parziali o anche totali, di tutti gli impianti dei diversi siti a valle del ciclo produttivo a caldo di Taranto».

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Per l'unità produttiva di Taranto, spiega l'azienda, il piano prevede «rifacimento ed avvio di Altoforno 5, investimenti per la costruzione di un nuovo forno elettrico, investimenti tecnici e miglioramento qualità, adeguamento e upgrade ambientale degli impianti esistenti». Gli altri 500 lavoratori da collocare in Cigs negli altri siti sono così suddivisi: 15 a Racconigi, 10 a Legnaro, 150 a Novi Ligure, 30 a Marghera, 250 a Genova, 40 a Milano, 5 a Paderno. L'azienda spiega che «solo il completamento della prevista riorganizzazione aziendale, che si presume si concluderà nel 2025, e quindi il raggiungimento di volumi produttivi pari a circa 8 milioni di tonnellate l'anno consentirà il totale impiego delle risorse».

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