Ex Ilva di Taranto, il decreto passa al Senato con 78 voti. Ma è bagarre in aula

Lo scudo impedirà sanzioni interdittive che pregiudichino l'attività industriale

Ex Ilva di Taranto, il decreto passa al Senato con 78 voti. Ma è bagarre in aula
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 20:09

Con 78 voti favorevoli, 57 contrari e 7 astenuti l'aula del Senato ha approvato il decreto che introduce misure urgenti per gli impianti di interesse strategico nazionale, anche noto come ex Ilva. Il provvedimento passa alla Camera per l'approvazione definitiva e va convertito in legge entro il 6 marzo.

Il decreto, varato il 5 gennaio scorso, permette di trasferire 680 milioni ad Acciaierie d'Italia (è il nome del nuovo impianto di Taranto), un prestito ponte per coprire i debiti ed evitare di portare i libri in tribunale, oltre a sostegni a favore di altre aziende strategiche.

Viene quindi instaurato una sorta di scudo che impedirà, da parte dell'autorità giudiziaria, «sanzioni interdittive» che pregiudichino la «continuità dell'attività» svolta negli stabilimenti considerati di interesse strategico nazionale. Lo scudo scatterà solo se saranno eliminate «le carenze organizzative» che hanno determinato il reato.

Le polemiche

Bagarre in aula con la contrapposizione tra Pd e Forza Italia. Il senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, ha sostenuto che «Con il decreto Ilva vogliamo garantire la sopravvivenza del colosso industriale della siderurgia italiana e l’occupazione, coniugandola con la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini di Taranto. L'attività del sito industriale è strategica per il nostro Paese. E questo può giustificare il ricorso a norme eccezionali, come quelle previste dal cosiddetto scudo penale, che derogano dai principi generali dell’ordinamento e, come tali, non potranno essere estese ad altre fattispecie. E’ evidente che al governo non ci sono irresponsabili. Si tratta in questo caso di tutelare un interesse prevalente, consentendo agli amministratori dell’Ilva di operare con serenità nel rispetto della legge». «L'auspicio - ha concluso - è che questo decreto possa contribuire anche, in maniera efficace e definitiva, a quel risanamento ambientale del sito produttivo di Taranto che è atteso da troppi anni».

Il gruppo del Pd al Senato ha votato no al decreto sull'ex Ilva. Ad annunciarlo in Aula è stato il senatore Andrea Martella. «Ci troviamo a discutere di un provvedimento che è del tutto inadeguato - ha spiegato - Perché non muove dalla comprensione di una realtà, quella di Taranto, che da anni vive una situazione drammatica e perché è privo di una strategia nazionale per il nostro Paese, che se vuole continuare a essere forte dal punto di vista economico ha bisogno di una vera e rinnovata politica industriale, dotata di una visione. Siamo di fronte a un decreto legge miope, di cortissimo respiro, che si limita a stanziare risorse per cercare di far fronte alla situazione debitoria pregressa. Sarebbe necessario invece avere un vero e proprio piano di investimenti, calibrato sulle politiche ambientali e industriali per il sito».

Astensione di Azione-Italia Viva e no del M5s

«La nostra astensione sul dl Ilva è dettata da puro senso di responsabilità: il decreto non risolve nessuno dei problemi della siderurgia, è solo un pannicello caldo». Lo dice Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia Viva in Senato.

Il gruppo del M5s ha votato contro il decreto ex Ilva. Ad annunciarlo in Aula è stato il senatore e vicepresidente del gruppo, Mario Turco parlando di un provvedimento che «antepone gli interessi economici alle esigenze di tutela della salute, dell'ambiente e della sicurezza lavoro». E ha aggiunto: «È un provvedimento pericoloso. Con il ripristino dello scudo penale si reintroduce l'autorizzazione a mettere a rischio la salute dei cittadini in violazione del diritto alla vita e alla sicurezza sociale. Si priva la magistratura e le istituzioni stesse di quegli strumenti necessari per impedire che impianti dannosi per la salute e l'ambiente possano continuare a inquinare sollevando tutti da ogni responsabilità».

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