Slitta al 19 gennaio lo sciopero con manifestazione a Roma dei lavoratori dell'ex Ilva fissato inizialmente per l'11 gennaio prossimo. Lo hanno annunciato Fiom, Uilm, Usb in una conferenza stampa oggi a Taranto.
La manifestazione
L'11 gennaio, conferma Francesco Brigati, segretario provinciale Taranto Fiom-Cgil, «ci sarà conferenza stampa a Roma, in cui sarà presente il consiglio di fabbrica con le Rsu di Fiom, Uil e Usb ed in quella circostanza noi lanceremo un messaggio al governo: istituzioni, territorio insieme alle organizzazioni sindacali rivendicano un intervento pubblico per avviare seriamente una transizione ecologica e sociale per Taranto e per l'Ex Ilva».
In occasione dello sciopero i lavoratori terranno anche un presidio dinanzi alla sede del Ministero dello Sviluppo economico.
Il referendum
I sindacati Fiom, Uilm e Usb lanciano un referendum tra i lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto per conoscere il loro pensiero sull'ultimo decreto cosiddetto salva-Ilva e sull'opportunità o meno di una ricapitalizzazione immediata da parte dello Stato.
Confindustria: no a divisioni
«Il rischio che corriamo oggi, inseguendo le polemiche scaturite dalle dichiarazioni di alcune imprese, che non condividiamo né nel merito né nel metodo, è quello di perdere di vista i problemi reali, che riguardano il presente e l'immediato futuro dell'acciaieria e questo suo complesso sistema che è a sua volta connesso al tessuto della città, dal punto di vista economico, sociale e ambientale».
Lo sottolinea il presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma intervenendo sulla vicenda ex Ilva e commentando il documento di 43 imprese dell'indotto che avevano contestato le iniziative di mobilitazione dei sindacati contro l'ultimo decreto salva-Ilva, considerando invece positivo lo stanziamento di risorse per il rilancio dello stabilimento.
«Ringraziamo vivamente il sindaco Melucci - aggiunge Toma - per essere intervenuto con grande chiarezza sulla questione, anticipando in qualche modo anche la nostra posizione rispetto all'autonomia delle parti sociali e delle istituzioni. Riteniamo anche noi che questo non debba essere il momento delle divisioni bensì delle condivisioni, sia pure nel rispetto reciproco delle diversità di vedute su alcuni aspetti della questione, che in tutti i casi non può essere liquidata con una mera rivendicazione di liquidità». Il presidente di Confindustria auspica che l'iniezione di risorse «porti ossigeno alle aziende fornitrici. Ma sappiamo . conclude - che è solo una parte infinitesimale di un problema ben più ampio. Nei prossimi giorni faremo sicuramente una valutazione sulla posizione autonoma assunta da alcune aziende dell'indotto ma soprattutto definiremo ulteriormente con i nostri organi statutari le linee da portare al tavolo del 19 al Mimit, con l'auspicio che si possa uscire da quell'incontro con certezze e garanzie di più ampio respiro».