Ex Ilva, al vertice tra sindacati e azienda confermati 3mila operai in cassa integrazione. Le tute blu: «No ai licenziamenti»

Morselli: non si parla di esuberi ma di sospensioni temporanee

Ex Ilva, al vertice tra sindacati e azienda confermati 3mila operai in cassa integrazione. Le tute blu: «No ai licenziamenti»
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Giovedì 10 Marzo 2022, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 19:48

L'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia, conferma la volontà di mettere 3mila lavoratori in cassa integrazione straordinaria per un anno. La situazione del momento è segnata da molte incertezze, in particolare da quelle legate alla guerra Russia-Ucraina. Lo ha detto l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, avviando oggi pomeriggio, nella sede nazionale di Confindustria a Roma, l’incontro tra azienda e sindacati sulla richiesta di cassa integrazione straordinaria per un anno per 3mila addetti.

Già qualche giorno fa, collegato al quadro delle incertezze, fonti vicine all’azienda avevano evidenziato come il gas fosse diventato “un grosso problema”.

La riunione con i sindacati

Questo si apprende da fonti sindacali presenti all'incontro in Confindustria a Roma, in cui l'azienda avrebbe ribadito quanto annunciato nella lettera inviata il 1 marzo, 2500 lavoratori solo per il sito di Taranto e 500 per gli altri siti.«Non abbiamo intenzione di farci intimorire da ciò che succede in siderurgia o da ciò che succede nel mercato dell'acciaio.

Noi non dichiariamo esuberi e non ne chiediamo. Ci serve il tempo di recuperare ciò che è andato perso - avrebbe detto l'ad di Acciaierie d'Italia Lucia Morselli ai sindacati - ma i fatti sono che non si parla di esuberi ma di sospensioni temporanee».

Le tute blu

«Non firmeremo accordi di cassa integrazione straordinaria che prefigura migliaia di licenziamenti» ed «non ci sono le condizioni per avviare un percorso di cassa integrazione straordinaria», l'azienda vuole fare «la risalita produttiva e vogliono continuare ad avere 3000 lavoratori in cigs . Con questo tipo di approccio noi abbiamo detto all'azienda che non si può avviare nessun confronto di merito. Per noi vale l'accordo firmato al Mise. Le posizioni sono rimaste distanti. Al momento non ci sono convocazioni». Lo afferma Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, al termine dell'incontro con Acciaierie d'Italia in Confindustria.

«L'incontro è servito perché abbiamo avuto chiarezza, il 2022 sarà un anno di ripresa della produzione. E questo significa che bisogna fare più acciaio e meno gente in cassa integrazione. La cassa integrazione non potrà sparire, l'azienda ci ha garantito che non ci saranno esuberi in questa cassa» così Roberto Benaglia, segretario generale della Fim.

«Restano molti nodi ancora da sciogliere». Lo ha detto Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil, insieme al segretario nazionale Gianni Venturi, dopo l’incontro di oggi. Richiamando le linee guida dell’accordo del 2018, che “era molto complesso ed aveva al centro il tema della piena occupazione”, la Fiom dice che “questi principi per noi non sono in discussione. Qualsiasi strumento transitorio legato all’incertezza degli assetti societari e delle prospettive a regime della produzione e dell’occupazione non può prevedere il riconoscimento di esuberi strutturali”.

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