Ex Ilva, sciopero dei lavoratori, contestata l'Ad Morselli. I sindacati: «Il Governo dia risposte»

Ex Ilva, sciopero dei lavoratori, contestata l'Ad Morselli. I sindacati: «Il Governo dia risposte»
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Venerdì 6 Maggio 2022, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 17:21

Dalle prime ore della mattinata si sta svolgendo lo sciopero di 24 ore dei dipendenti diretti dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d'Italia, di Ilva in As e dell'appalto proclamato dal Consiglio di fabbrica Fim, Fiom, Uilm e Usb e in maniera separata dall'Ugl Metalmeccanici. Contestata l'amministratore delegato Lucia Morselli, che si è recata davanti ai cancelli per parlare con i lavoratori. La secca replica dei sindacati: «Pronti al dialogo, ma nelle sedi opportune». Intanto la Fim chiede un intervento immediato del Governo: "Con la cassa a 900 euro al mese è dura per i lavoratori".

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Le richieste dei sindacati

Le organizzazioni sindacali invitano governo e azienda a dare risposte concrete sulle strategie di rilancio del Siderurgico, sull'assetto societario, sul piano industriale e ambientale, sulle problematiche di sicurezza e sui livelli occupazionali, considerando che l'azienda ha avviato dal 28 marzo scorso la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per 3mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto. È previsto che i lavoratori in presidio davanti alle portinerie confluiscano davanti al varco C-ingresso merci. L'iniziativa, secondo quanto spiegato da Fim, Fiom, Uilm e Usb, ha l'intento «di avviare un tavolo permanente al Ministero dello Sviluppo Economico.

Non è più pensabile che si discuta di transizione ecologica, di decarbonizzazione, impianti ad idrogeno a lungo termine senza affrontare nel merito le tante criticità che riguardano il presente della fabbrica e di come dovrebbe essere gestita tale fase, evitando che continuino a pagare sempre i lavoratori».

Contestato l'ad Morselli

L'ad di Acciaierie d'Italia, Lucia Morselli si è recata a uno dei sit-in organizzati dai sindacati nello stabilimento siderurgico di Taranto ed è stata contestata da un gruppo di lavoratori nei pressi della portineria A. «Vai via» hanno urlato alcuni manifestanti. Uno dei sindacalisti presenti ha detto dal megafono che «se qualcuno è venuto qua per provocare i lavoratori ha sbagliato, noi continueremo a fare la nostra manifestazione. Se è venuta qua perché è stata abituata da altre parti per avere un dialogo con i lavoratori quando questi manifestano per strada, noi oggi con lei non dialoghiamo». Fim, Fiom, Uilm e Usb, ha aggiunto il rappresentante sindacale, «sono stati sempre disponibili al dialogo, solo che i dialoghi si fanno nelle sedi opportune, come al Ministero dello Sviluppo Economico che aveva dato delle garanzie ai 1.700 lavoratori di Ilva in As e ora le sta facendo togliere da chi è venuto qui per dialogare. Da parte dei lavoratori c'è la disponibilità a fare gli incontri in sede istituzionale e poi ognuno prenderà la sua decisione. Ma oggi si sciopera, non si parla con nessuno e stiamo qui fino a mezzanotte».

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I sindacati

Lo stabilimento dell'ex Ilva di Taranto non trova pace a causa dell'incapacità del governo di trovare delle risposte. Draghi dice di voler sostenere le imprese e le famiglie ma a questo punto ci chiediamo quali visto che questo sito sta soffrendo da anni: serve un intervento tempestivo, basta slogan. Sfidiamo chiunque a andare avanti con 900 euro di cassa integrazione: volgiamo vivere di lavoro». Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto Fim Taranto e Pietro Cantoro segretario nazionale Fim richiamano l'intervento del governo nel corso della manifestazione davanti ai cancelli del sito ex Ilva di Taranto che scandisce le 24 ore di sciopero proclamato in tutti gli stabilimenti di Acciaierie D'Italia. «Serve un forte segnale dal governo che invece continua a essere latitante che non parla nè di Tarano ne dei lavoratori. E nonostante in Italia ci sia una grande richiesta di acciaio qui registriamo non solo un mancato lavoro ma soprattutto problemi legati alla salute e all'ambiente. il governo si faccia sentire, prenda finalmente in mano Acciaieria di Italia, l'Ilva in amministrazione straordinaria, l'appalto e l'indotto perché così non si va più avanti», sottolinea.

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