Ex Ilva, il caso a Roma e il sit in a Taranto. Il ministro Urso: «Salveremo il sito». L'azienda non si presenta: protesta dei sindacati, sciopero lunedì

Ex Ilva, il caso a Roma e il sit in a Taranto. Il ministro Urso: «Salveremo il sito». L'azienda non si presenta: protesta dei sindacati, sciopero lunedì
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Giovedì 17 Novembre 2022, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:57

«Non possiamo ovviamente decidere tutto in pochi giorni, dobbiamo considerare tutti i fattori: sono tanti e ovviamente c'è quello produttivo, c'è l'aspetto giudiziario. Sono tanti appunto gli interventi e di varia natura, alla fine con Palazzo Chigi decideremo la strada da percorrere salvando questo sito produttivo». Così il ministro per le Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso al termine dell'incontro sull'ex Ilva di Taranto, ai giornalisti che gli chiedevano se lo Stato avesse intenzione di salire anticipatamente al 60% di Acciaierie d'Italia, attualmente prevista al 2024.

I sindacati dei metalmeccanici, intanto, hanno proclamato subito 4 ore di sciopero per lunedì 21 novembre in tutti gli stabilimenti del gruppo.

Fim, Fiom e Uilm al termine dell'incontro al ministero delle Imprese e Made in Italy hanno deciso di imprimere un'accelerata sulla protesta contro Acciaierie d'Italia anche perché nessuno dell'azienda si è presentato oggi alla riunione.

«L'azienda non ha più liquidità, non è in grado di andare avanti. Ha sospeso i pagamenti e le forniture con l'indotto e credo non abbia cassa». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano si prepara all'incontro, fissato per le 12, a Roma.  Intanto a Taranto è in corso un sit in degli operai in segno di protesta contro la decisione di Acciaierie d'Italia di sospendere le attività di 145 ditte dell'appalto

L'incontro romano

Un incontro allargato  in cui si discuterà del futuro di Acciaierie d'Italia, ex Ilva, con il ministro Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy). Inizialmente, a quanto pare, Urso avrebbe dovuto vedere separatamente il governatore puglieseMichele Emiliano e i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb e Ugl. Ieri, invece, la convocazione si è allargata ad Acciaierie d'Italia, a Ilva in amministrazione straordinaria, società proprietaria degli impianti, a Confindustria e alle Regioni che ospitano complessi ex Ilva e quindi anche Liguria, Piemonte e Lombardia oltre alla Puglia.

«Siamo sull’orlo di una situazione di enorme difficoltà, il governo Draghi ha stanziato un miliardo di euro, che rischia sostanzialmente di essere versato in un pozzo senza fondo. Bisogna che il governo in carica valuti la situazione - ha dichiarato il presidente Emiliano - Come Regione Puglia offriamo il nostro punto di vista e tutte le informazioni a nostra disposizione affinché il Governo faccia la sue valutazioni».

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I sindacati

I sindacati apprezzano «la buona volontà del ministro, ma ormai c'è bisogno che il governo prenda atto che l'unica azione da compiere è quello di riprendersi il controllo dell'azienda, c'è bisogna nazionalizzare se loro non nazionalizzano la situazione peggiorerà ancora di più». Così il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella.

Sit in degli operai

Due operai dell'indotto ex Ilva, delegati Rls-Rsu del sindacato Usb, sono saliti su una torre faro del parcheggio della portineria imprese dello stabilimento siderurgico di Taranto in segno di protesta contro la decisione di Acciaierie d'Italia di sospendere le attività di 145 ditte dell'appalto. Hanno attaccato uno striscione e rimangono sulla torre in attesa di conoscere gli esiti dell'incontro convocato a Roma dal ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso. Altri operai e delegati sindacali sia dell'Usb che di Fiom e Uilm, con le categorie servizi, edili e trasporto, tengono un presidio davanti all'ingresso della portineria. «Hanno offeso - ha dichiarato Giacomo Mastro, uno degli autori della protesta sulla torre faro - la dignità dei lavoratori. Non ci muoviamo fino a quando non revocano la decisione e fanno rientrare le persone sul posto di lavoro. Ci sono operai che si sono ammalati in quello stabilimento, hanno dato tutto e ora questo è il ringraziamento. Portare avanti questa lotta ne vale la pena, ne usciremo più forti di prima». Qualora «nel corso dell'incontro ministeriale - è detto in una nota congiunta dei sindacati - non dovesse giungere alcun elemento di novità rispetto all'annullamento del provvedimento assunto da Acciaierie d'Italia su appalto e indotto, nonché ad un serio avvio con un cronoprogramma certo della definizione complessiva della vertenza ex Ilva, a partire dall'assegnazione delle risorse già individuate e non ancora assegnate dal precedente Governo, si darà seguito alle iniziative di mobilitazione già individuate per la giornata di lunedì 21 novembre».
 

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