Ex Ilva, battaglia al Tar: l'azienda chiede la sospensiva del decreto Cingolani. Oggi assemblea dei soci, possibili novità per il cda

Ex Ilva, battaglia al Tar: l'azienda chiede la sospensiva del decreto Cingolani. Oggi assemblea dei soci, possibili novità per il cda
Ex Ilva, battaglia al Tar: l'azienda chiede la sospensiva del decreto Cingolani. Oggi assemblea dei soci, possibili novità per il cda
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 21 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:13

La richiesta di sospensiva del decreto Cingolani e la presentazione di un faldone dell’Ispra a supporto della propria tesi. Così Acciaierie d’Italia, ieri in udienza in camera di consiglio del Tar Lazio, ha rintuzzato l’eventualità che la batteria 12 della cokeria di Taranto possa essere spenta. I giudici amministrativi dovranno ora valutare le carte - si è costituita ad opponendum anche l’associazione ambientalista Peacelink - e arrivare a una decisione.

L'udienza al Tar

Si è tenuta ieri, in seconda sezione bis, l’udienza al Tar Lazio dopo il ricorso presentato da Acciaierie d’Italia contro il decreto con cui il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha negato la proroga per gli interventi di adeguamento alle prescrizioni ambientali relativi alla batteria 12 dell’ex Ilva di Taranto.

Gli interventi dovevano concludersi entro il 30 giugno scorso. In caso contrario, stando al decreto ministeriale, la batteria avrebbe dovuto essere fermata il primo luglio. La società ha chiesto la sospensiva del decreto evidenziando l’impossibilità di procedere al fermo in un lasso di tempo ritenuto breve.

A sostegno dell’istanza, i legali di Acciaieria d’Italia hanno depositato documentazione dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, datata 7 luglio 2021: secondo l’organo tecnico del ministero per procedere alla fermata sono necessari 60 giorni. Ovviamente, l’accoglimento della richiesta di sospensiva allungherebbe ulteriormente i tempi. Al momento, la batteria 12 che serve per la produzione di carbon coke è in esercizio. Sono anche stati riavviati Afo4 e Acciaieria 1, due impianti collegati. Secondo i sindacati, l’approvvigionamento di coke dall’esterno - seppure aumenterebbe i costi - potrebbe consentire comunque la prosecuzione delle attività. Di certo, è l’ennesima battaglia legale che vede protagonista la sorte dell’ex Ilva.

Convocazione dell'assemblea dei soci

E una giornata cruciale per il futuro societario dovrebbe essere oggi. È infatti convocata in prima convocazione - in seconda il 2 agosto, ecco il motivo del condizionale - l’assemblea dei soci. L’atto formale per costituire il nuovo cda è il tassello mancante per formalizzare la nuova partnership Stato-Mittal. Invitalia (società del Mef) ha già versato i 400 milioni e adesso si attende la nomina dei consiglieri. Saranno 6 in totale ed equamente divisi tra parte pubblica e privata. Presidente sarà Franco Bernabè, l’attuale amministratore delegato Lucia Morselli viaggia verso la conferma. C’è curiosità per gli altri nomi. Infatti, le nomine statali sembravano blindate: Stefano Cao e Carlo Mapelli.

E proprio su quest’ultimo nome si sta consumando una diatriba. Il docente esperto di siderurgia si è dimesso dal board di Arvedi mentre è rimasto in quello di Jsw Steel Italy Piombino ritenendolo non concorrente ad Acciaierie d’Italia. Di diverso avviso gli avvocati dei francoindiani. Tra i legali di Mittal e di Invitalia c’è stato uno scambio di lettere al vetriolo, un braccio di ferro che al momento non è chiaro se determinerà la sostituzione del professore. Oggi pomeriggio se ne potrebbe sapere di più. La costituzione del consiglio di amministrazione, infine, è considerata anche dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti un passo decisivo per la svolta. Anche se, in questi lunghi anni, la vertenza del Siderurgico ha insegnato che gli ostacoli e le insidie non finiscono mai.

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