Ex Ilva, Melucci vuole accordo di programma e chiusura dell'area a caldo. I sindacati contro il governo: ​«Basta immobilismo»

Ex Ilva, Melucci vuole accordo di programma e chiusura dell'area a caldo. I sindacati contro il governo: «Basta immobilismo»
Ex Ilva, Melucci vuole accordo di programma e chiusura dell'area a caldo. I sindacati contro il governo: ​«Basta immobilismo»
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Lunedì 21 Giugno 2021, 19:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 08:01

«C'è solo una cosa da fare con grande urgenza e indipendentemente dal pronunciamento del Consiglio di Stato: il governo deve convocare gli enti locali e avviare il percorso verso un accordo di programma, che tenga al primo posto la salute e le esigenze della comunità, che non possono che equivalere a un piano per la chiusura dell'area a caldo e la corretta valutazione del danno sanitario. Al di fuori di questo perimetro non vi è alcun futuro per la produzione di acciaio a Taranto e non c'è Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che tenga».

Lo afferma il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci precisando la posizione dell'ente a prescindere dalla decisione che assumerà il Consiglio di Stato sul ricorso di ArcelorMittal e Ilva in As contro la sentenza del Tar di Lecce che dispone la fermata dell'area a caldo dello stabilimento proprio in ottemperanza a una ordinanza sulle emissioni del primo cittadino.

Il termine dei 45 giorni per il deposito del provvedimento dei giudici di Palazzo Spada è il 27 giugno. «Qualunque cosa possa provenire dal Consiglio di Stato - precisa il sindaco - il percorso per lo stabilimento siderurgico di Taranto è ormai segnato, mi sorprenderebbe davvero che qualsiasi ministro od organismo di Governo riuscisse a non tenere conto di tutta la letteratura scientifica, di tutte le sentenze e le ordinanze locali, dei diritti dei cittadini»

Sindacati contro il governo Draghi: «Basta immobilismo»

«Riteniamo che il governo Draghi debba avere il coraggio di dire con chiarezza cosa intende fare senza girare attorno ai problemi, smettendola di utilizzare slogan e avviando un processo di confronto aperto con le rappresentanze dei lavoratori e delle istituzioni locali. Non è accettabile che ad oggi il Cda di Invitalia non si sia ancora insediata, lasciando la gestione della fabbrica nelle mani della multinazionale». È quanto affermano Fim, Fiom e Uilm di Taranto in relazione alla situazione «di sostanziale immobilismo» che riguarda lo stabilimento Acciaierie d'Italia in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato sulla ipotesi di fermata dell'area a caldo.

Le sigle metalmeccaniche «lanciano l'ennesimo appello al Governo e in assenza di risposte certe metteranno in piedi ulteriori iniziative contro chi non assume una posizione chiara sulla vertenza ex Ilva e per continuare rivendicare un serio processo di risanamento ambientale insieme ad un piano occupazionale che tenga insieme salute e lavoro». 

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