Evasione fiscale: sigilli a casa e auto di un imprenditore

Evasione fiscale: sigilli a casa e auto di un imprenditore
di Nazareno DINOI
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Venerdì 17 Novembre 2017, 06:25
Nel 2014 aveva presentato una dichiarazione dei redditi incompleta nascondendo al fisco circa 160mila euro di utili. L’anno successivo l’attestazione fiscale non era stata proprio prodotta. Entrambe le circostanze non sono sfuggite ai militari della Guardia di Finanza di Martina Franca che a seguito di un accertamento hanno consentito al gip Pompeo Carriere di emettere un decreto di sequestro preventivo dei beni intestati ad un imprenditore del settore tessile della città della Valle d’Itria per un valore complessivo di 760mila euro.
L’azienda tessile, di cui non è stato fornito il nome, confeziona capi per conto terzi anche di marchi famosi come «Etro» ed è inoltre rinomata per la produzione di divise per bande musicali, orchestre e congregazioni.
Un discreto giro d’affari che gli investigatori delle fiamme gialle martinesi, alla guida della capitano Federica Iervoglini, hanno valutato, per gli anni oggetto della verifica, di circa un milione e 900mila euro con Iva evasa per 215mila euro.
Il provvedimento del gip Carriere consegue ad una verifica eseguita a febbraio 2017.
Il rappresentante legale della società, un imprenditore martinese di 45 anni, è stato quindi denunciato alla Procura di Taranto per i reati di dichiarazione infedele e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Oltre ad accertare la fedeltà fiscale dell’impresa che ha un organico di circa quindici persone di varie qualifiche, i militari hanno controllato anche l’aspetto contributivo e assicurativo dei dipendenti che sono risultati tutti regolari tranne una persona di famiglia, il padre del titolare, che al momento dei controlli si trovava nei laboratori. Dal quadro che emerge, l’impresa in questione rispecchia la condizione di crisi che soffre l’intero settore delle confezioni per conto terzi alle prese con la costante e sempre più attiva concorrenza cinese e indiana, capace di offrire prezzi proibitivi per le imprese sane italiane.
La misura di sequestro preventivo per equivalente dei beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per la somma calcolata di 760 mila euro, ha interessato un appartamento in un condominio di Martina abitato dalla famiglia dell’imprenditore a cui è stato concesso l’uso, un fabbricato rustico ancora in costruzione in Valle d’Itria e due autovetture. Le attrezzature e i macchinari dell’azienda non sono stati intaccati poiché il provvedimento non è stato emesso a carico dell’impresa ma della persona fisica che ha già affidato incarico all’avvocato Cosimo Buonfrate di valutare un possibile ricorso.
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