Esodo volontario dall'Ilva, già un centinaio le firme. Le richieste sono 324

Esodo volontario dall'Ilva, già un centinaio le firme. Le richieste sono 324
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Martedì 16 Ottobre 2018, 10:05
Sono iniziate le transazioni che aprono ufficialmente la strada dell'incentivo all'esodo in Ilva di Taranto. La scorsa settimana si è chiusa con 324 richieste di accedere all'esodo di 100mila euro lordi e dalla mattinata di ieri si stanno smaltendo le pratiche alla media di una cinquantina ogni mezza giornata.
Il primo centinaio ha posto quindi la sua firma sul futuro. Una cinquantina la mattina, altrettanti il pomeriggio. Presso il siderurgico tarantino si sono alternati coloro che avevano fatto richiesta di uscita incentivata prevista dall'accordo stipulato tra organizzazioni sindacali e ArcelorMittal al Mise in cui sono stati stanziati 250 milioni di euro: per chi esce nei primi 3 mesi l'incentivo è di 100 mila euro lordi e poi a decrescere fino a 15 mila euro per chi esce nel 2023.
Chi sta beneficiando di questa uscita volontaria, usufruirà anche di due anni di Naspi. Le unità non potranno superare il numero totale di 3.097 (ma secondo le stime delle organizzazioni sindacali non si arriverà assolutamente a questa soglia), anche nei limiti degli esuberi previsti sito per sito per Taranto, Genova, Novi Ligure, Marghera. Nel sito jonico, asset fondamentale del gruppo, l'esubero strutturale è pari a 2.586 dipendenti (eccetto 40 unità necessarie per le attività ancora in carico a Ilva in As) poiché ArcelorMittal riassorbirà 8.200 su circa 10.800 dipendenti. A Genova gli esuberi strutturali sono 467, a Novi ligure 28 e a Marghera 16.
A proposito di esuberi, al momento si è fermi al piano work in progress fissato la scorsa settimana con le aree e i reparti coinvolti.
Si tratta di dettagli da rifinire ma resta confermato il numero finale di lavoratori che transiteranno nell'Ilva tarantina targata ArcelorMittal: 8.200 dipendenti. Ovvio che gli esuberi calano in maniera inversamente proporzionale agli operai che accettano l'uscita incentivata. Che ha scaloni già delineati: 100mila euro lordi cadauno per chi accettasse fino al 31 gennaio 2019, poi da febbraio a fine aprile 95mila euro, da maggio ad agosto 90mila euro, da settembre a dicembre 2019 85mila euro. Così a seguire con una diminuzione di 5mila euro a trimestre per gli anni 2020, 2021, 2022 fino ad arrivare al 2023 col periodo di cessazione rapporto lavoro che da gennaio a giugno varrà 20mila euro mentre per chi decidesse di lasciare dal primo luglio 2023 al 31 dicembre 2023 otterrà 15mila euro.
Chi decide di restare in Amministrazione straordinaria pur avendo ricevuto proposta da ArcelorMittal, dopo il periodo in As sarà definitivamente fuori dall'azienda. Discorso diverso invece dall'operaio che non ha ricevuto nessuna proposta dalla multinazionale e quindi non ha scelta: in questo caso, farà parte dell'Amministrazione straordinaria per le opere di bonifica e decontaminazione o sarà in cassa integrazione ma per lui sarà valida la cosiddetta clausola di salvaguardia: come recita l'accordo al Mise, alla cessazione dell'As, non prima del 23 agosto 2023 e non oltre il 30 settembre 2025, riceverà una proposta di assunzione da parte di ArcelorMittal.
A.Pig.
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