Emergenza Sanità e carenza di personale, la crisi colpisce anche gli infermieri: «Noi i peggiori in Europa»

Emergenza Sanità e carenza di personale, la crisi colpisce anche gli infermieri: «Noi i peggiori in Europa»
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Sabato 20 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:16

Emergenza Sanità e carenza di personale, la crisi colpisce anche gli infermieri: «Noi i peggiori in Europa». Tiene banco la grave emergenza determinata dalla carenza di personale, con particolari criticità che riguardano Pronto soccorso e 118. Si è arrivati persino a “ingaggiare” professionisti dall’Albania nel tentativo di attenuare i riflessi di tali carenze. Una questione sulla quale interviene ora il presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche della Provincia di Taranto, Pierpaolo Volpe: «Per la politica è sempre colpa degli altri. Non c’è mai una assunzione di responsabilità diretta per il fallimento della politica sanitaria degli ultimi 30 anni. Quello che stiamo vivendo ora è frutto di scelte sbagliate e di scarsa programmazione sanitaria. La politica si assuma le sue responsabilità in maniera consapevole, le leggi secondo la Costituzione italiana le fa il Parlamento e per quanto di competenza regionale le Regioni».

Risposte inadeguate

Poi Volpe scende nel dettaglio: «Basti pensare che l’ultimo Piano Sanitario Nazionale predisposto dal Governo su proposta del Ministro della salute, tenuto conto delle proposte provenienti dalle Regioni, è fermo al 2005, quando per legge deve essere rinnovato ogni tre anni.

Il Piano vigente resta quello approvato con il Dpr 7 aprile 2006 e la programmazione sanitaria nazionale si è fermata a tale data. Il mancato aggiornamento del Piano Sanitario Nazionale per converso si riverbera sul Piano Sanitario Regionale, anch’esso caduto nell’oblio e oggi totalmente fuori da tempi. La mancanza di medici specialisti è un problema serio, ma non può trovare soluzione “con la bacchetta magica” utilizzando le parole dell’assessore Palese, ma deve vedere la politica impegnata a rivedere i modelli organizzativi. Lo diciamo da anni: abbandoniamo la visione della sanità come la conosciamo oggi e guardiano ad altre regioni e ad altri Paesi europei».

I numeri

Secondo Volpe «Dobbiamo scardinare le resistenze di chi ha paura del cambiamento e di chi da questo “cambiamento” ha paura di perdere un centro di potere. Non lo dico certamente io, lo dicono i numeri. Il dato da analizzare e che ci deve far riflettere è quello relativo al personale e al “deficit assistenziale” nel nostro paese rispetto agli altri Paesi dell’Ocse. L’Italia è il paese europeo con il più alto numero di medici e quello con il minor numero di Infermieri. Nel 2010 in Italia il rapporto infermieri/medici era preoccupante in quanto al limite inferiore della media europea (pari a 1,0 infermiere per medico) a fronte di 4,4 infermieri per medico della Danimarca e oltre 3 infermieri per medico della Germania. La Germania, nota per l’efficienza del SSN, nel 2010 aveva un numero di medici (305.093) di poco inferiore a quello dell’Italia (371,450), ma di contro era dotata di un numero di Infermieri quasi il triplo, pari a 922.000 unità rispetto al nostro paese (381.070 infermieri in attività). Oggi invece gli infermieri sono aumentati nell’Ocse, ma non in Italia dove sono sempre 5,7 per 1000 abitanti contro una media di 8,2, con tutti gli Stati del Nord Europa al disopra di 10 infermieri ogni 1000 abitanti e solo alcuni dell’est europeo (Slovacchia, Cipro, Polonia, Lettonia, Bulgaria, Grecia, Serbia, Montenegro, Macedonia e Turchia), al di sotto di tale parametro». Poi Volpe aggiunge: «L’Ocse nel suo rapporto Health at a Glance Europe 2020, presentato il 19 novembre 2020, afferma chiaramente che “gli infermieri svolgono un ruolo fondamentale nel fornire assistenza negli ospedali e negli istituti di assistenza a lungo termine in circostanze normali, e il loro ruolo è stato ancora più critico durante il Covid-19 pandemia”. I numeri ci dicono che vi è una carenza di medici specialisti dovuto a scelte politiche che hanno creato un imbuto nelle scuole di specializzazione e di modelli organizzativi. Se non cambiamo il paradigma della Sanità saremo in emergenza costante, conclude il Presidente Volpe».

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