Calavano la droga dai balconi in sacchi di juta: sgominata organizzazione criminale, 5 arresti

Calavano la droga dai balconi in sacchi di juta: sgominata organizzazione criminale, 5 arresti
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Venerdì 29 Luglio 2022, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 16:12

Droga calata con delle corde dai balconi in sacchi di juta. Insomma, anziché viveri come una volta soprattutto nel Sud Italia, sostanze stupefacenti da quello che era diventato un vero e proprio santuario della droga. Alle prime luci dell’alba, il personale della Squadra Mobile, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 pregiudicati tarantini, ritenuti presunti responsabili a vario titolo del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in concorso tra loro.

Le indagini

I poliziotti della Squadra Mobile di Taranto hanno cominciato ad annotare un insolito andirivieni di noti assuntori di sostanze stupefacenti, in una piazzetta di Taranto Vecchia. Così, nel corso dei mirati servizi di appostamento, è apparsa centrale la figura di un 26enne il quale, dal balcone dell’abitazione in una via del Borgo Antico dove era agli arresti domiciliari, dava indicazioni ad altri giovani.

Plurimi e diversi sono gli episodi annotati nel corso dei quali il 26enne era solito calare in strada un sacchetto di juta legato ad una corda, scambiando beni non identificati – presumibilmente droga – con i presenti in strada. Un ruolo più attivo sembra essere quello di un pregiudicato di 36 anni, con il suo presidio costante della piazza di spaccio e l’abilità di nascondere la sostanza stupefacente sempre in posti diversi, riuscendo a dileguarsi in tutta fretta al passaggio delle pattuglie della Polizia di Stato.

Gli episodi

Le cessioni della presunta sostanza stupefacente (cocaina ed eroina) registrate sono quasi tutte ad opera del 36enne che prendeva contatti con gli acquirenti, riscuotendo il costo della dose e prelevando la sostanza da uno dei tanti nascondigli disseminati lungo la strada (feritoie nei muri o pacchetti di sigarette).

In alcune occasioni, è stata registrata la cessione di dosi direttamente dal pregiudicato il quale, calando un sacco di juta o lanciando la sostanza, la consegnava agli acquirenti che, a loro volta, pagavano il denaro al 36enne.

Sono stati raccolti elementi utili a ritenere che la preparazione della droga avvenisse all’interno di un palazzo abbandonato ubicato nella stessa via e al quale si accedeva attraverso una porta finestra posta a tre metri di altezza. Il compito di preparare i “pacchettini” da vendere sul mercato sembra fosse affidata ad altro pregiudicato di 20 anni, il quale, con doti di acrobata, si arrampicava senza ausilio di scale all’interno del palazzo, permanendovi il tempo necessario per il confezionamento delle dosi.

Intorno a questi tre soggetti, aventi un probabile ben definito ruolo all’interno dell’organizzazione, si ritiene che vi sia almeno un altro soggetto di 27 anni che partecipava alle cessioni di sostanza stupefacente. Quest’ultimo, infatti, pur non sostando nella piazza di spaccio, collaborava con il 36enne nel recupero e nella successiva cessione della droga agli acquirenti.

Proprio nel corso dei servizi di appostamento mirati ad individuare un possibile “responsabile” di questo locale, si è annotata la presenza di altro soggetto con precedenti di polizia che, almeno in due occasioni differenti, avrebbe aperto la porta attraverso delle chiavi e sarebbe stato notato in compagnia degli altri presunti appartenenti all’organizzazione mentre si appartava in quei locali per poi uscirne poco dopo.

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