La figlia: «Ho provato a salvare mia madre ma la porta era bloccata e non si apriva»

La figlia: «Ho provato a salvare mia madre ma la porta era bloccata e non si apriva»
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Martedì 31 Gennaio 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 21:36

Paurose lingue di fiamme dalle finestre di un attico: un enorme incendio. E una nube di fumo nerastro che si è sparsa ben presto sul centro di Taranto. In quell'inferno che ieri pomeriggio si è materializzato in una casa di piazza Giovanni XXIII ha trovato la morte una tarantina di 83 anni. Rosalia Mistretta era sulla sua poltrona come tutti i giorni. Non poteva muoversi e ieri non ha potuto neanche tentare la fuga, mentre il fuoco divorava il suo appartamento. Quel mare di fiamme non le ha dato scampo. Oggi in corso i sopralluoghi e le indagini da parte dei vigili del fuoco per comprendere quali siano state le cause del devastante rogo che è costato la vita a una donna.

Il dolore della figlia


«Ho provato ad entrare in casa quando mi sono accorta del fumo. Ma una porta non si è aperta. E purtroppo non c'è stato niente da fare per mia mamma». Viviana Virtù ha lo sguardo stravolto dal dolore e dalla paura provata nei momenti tremendi vissuti quando il rogo si è propagato nell'edificio in cui abita, proprio nell'appartamento al piano di sotto rispetto all'attico della mamma, divorato ieri pomeriggio dal violento incendio.

Sua mamma è l'anziana disabile rimasta intrappolata nella casa del Borgo disastrata dalle fiamme. Da quel palazzo che si affaccia su piazza Carmine, la donna è fuggita precipitosamente usando le scale, quando il fumo ha cominciato a spezzarle il fiato. E quando si è accorta che nell'appartamento al nono piano della mamma il fuoco oramai aveva spazzato via tutto. Lei racconta di getto di aver tentato di entrare in quell'inferno, pochi minuti prima delle 16, ma di non esserci riuscita. Una porta si è aperta, ma è stata investita da una nube di fumo. Quella più vicina alla zona in cui era la mamma è rimasta sbarrata. Quando parla un lacrimone le riga la guancia, mentre i familiari la abbracciano e la tengono stretta, provando a consolarla.


«Mia mamma aveva la moquette e i mobili in legno», aggiunge mentre si allontana, fornendo una possibile una chiave di lettura all'impressionante rapidità e violenza con la quale le fiamme si sono sviluppate. Sicuramente la moquette e i mobili, così come i tendaggi, hanno alimentato il rogo le cui cause saranno accertate solo dopo le verifiche condotte dagli specialisti dei Vigili del Fuoco. Saranno loro a decifrare l'origine dell'incendio spaventoso che ha terrorizzato gli abitanti del grande palazzo del centro della città. 

 

La fuga dei residenti
 

La fuga in pochi attimi, pensando soltanto a salvarsi la vita. Pochi effetti personali, un cellulare e qualcos'altro arraffato in una manciata di secondi, senza riflettere. La vita di ventidue famiglie è stata messa in pausa in quei minuti di ieri pomeriggio. La fuga per le scale, in cappotto, richiudendosi la porta di casa alle spalle. Per gli abitanti del palazzo in piazza Giovanni XXIII a Taranto quella porta delle loro abitazioni dovrà restare chiusa per qualche tempo. L'edificio in cui è divampato l'incendio, infatti, è stato posto sotto sequestro dalla magistratura. Sul caso le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Mariano Buccoliero che è giunto sul posto. Con lui anche il questore Massimo Gambino, il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gaspare Giardelli. E ovviamente il comandante dei vigili del Fuoco di Taranto Alberto Maiolo.

Le indagini


Oggi ci sarà un ulteriore sopralluogo, dopo la prima relazione che ha accompagnato la bonifica e la messa in sicurezza dell'ultimo piano del palazzo. Ora occorrerà del tempo e serviranno indagini accurate per dare risposta agli interrogativi che sono rimasti aperti sulla vicenda.
Cosa ha scatenato il rogo che ha investito tutto l'ultimo piano e che ha provocato la morte dell'anziana che abitava in quell'appartamento? È ancora troppo presto per dirlo. Forse un corto circuito fatale. Ma al momento ci sono solo ipotesi alle quali gli investigatori proveranno a dare risposta. Oltre alla famiglia devastata dalla perdita della signora Rosalia, gli altri abitanti dell'edificio non faranno rientro a casa. L'edificio è stato sfollato e le 22 famiglie hanno trovato una sistemazione alternativa. Nessuna ha fatto richiesta agli uffici comunali di un alloggio alternativo. Sul posto è intervenuto anche l'assessore Comunale Cosimo Ciraci, proprio per garantire il supporto alle persone evacuate, in caso di necessità. Nessuno, come si è detto, si è rivolto agli uffici comunali
Oltre ai tempi dell'inchiesta prima del rientro a casa delle famiglie nello stabile occorrerà garantirne le condizioni di sicurezza. Mentre le fiamme divampavano fino all'esterno dai otto balconi dell'attico sono caduti grossi calcinacci nei piani sottostanti.
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