Sessismo, così gli studenti riscrivono il dizionario: dalla Crusca ai Lincei, il progetto conquista tutti

Sessismo, così gli studenti riscrivono il dizionario: dalla Crusca ai Lincei, il progetto conquista tutti
di Azzurra CONVERTINO
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Martedì 26 Maggio 2020, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 08:53
È arrivato in questi giorni il giudizio «molto buono» dell'Accademia dei Lincei su un lavoro originale e innovativo portato avanti dalla docente Elena Manigrasso nelle classi elementari e medie della provincia di Taranto.

Ai ragazzi è stato proposto di scoprire le parole nascoste dietro ad alcune definizioni e metterle poi in relazione ad una figura femminile o maschile. Cucire per esempio è stato associato dagli studenti ad una figura femminile, oligarchia al potere maschile, irreprensibile alla figura del papà o di un capo di Governo. Rosario Coluccia, accademico della Crusca, si è complimentato vivamente per il lavoro svolto, proseguito in diverse scuole della provincia, con progetti legati alla tematica del linguaggio sessista e concluso con l'allestimento di un piccolo dizionario dialogato sulla lingua sessista (lettere A-B-C).

Per una docente che fa riflettere i suoi studenti sul linguaggio di genere è una grande vittoria ottenere il plauso di un accademico della Crusca e dei Lincei, istituzioni che si occupano ogni giorno della lingua e della sua evoluzione, una lingua che è specchio della società e della mentalità dei suoi parlanti. Il dizionario dialogato, come il dizionario filosofico di Voltaire, non dispensa definizioni, ma racconta storie e raccoglie riflessioni.

Con le classi di scuola elementare e media dell'hinterland tarantino, con alcune colleghe straniere soprattutto di Valencia, con il comitato Donne in Fermento di Carosino, Elena Manigrasso ha lavorato sugli stereotipi, su frasi che sminuiscono la donna e che fanno parte di detti comuni, di proverbi e messaggi pubblicitari. Di contro, con l'aiuto di avvocate esperte del settore, sono state associate parole legate alle buone pratiche per raggiungere l'uguaglianza di genere.

Un esempio delle definizioni inserite nel dizionario? Lettera A. Ambizione: La mamma dice alla propria figlia: «sii ambiziosa ma non troppo, il tuo fidanzato potrebbe sentirsi sminuito» (Elisa 16 anni). Ma ancora, lettera B. Benaltrismo: il benaltrismo, il modo di dire per cui una cosa non sia molto importante da discutere, è diffuso a tutto campo sia tra le donne che tra gli uomini quando si toccano questioni sul genere linguistico. La violenza di genere è l'aspetto visibile di un fenomeno antichissimo che agisce sin dall'infanzia per alzare steccati tra i due sessi. Un fenomeno antico almeno quanto i proverbi.

Si legge nel dizionario alla lettera A Auguri: Auguri e figli maschi, non si dice il contrario. E poi Buoi: Mogli e buoi dei paesi tuoi. Sembrano differenze superate, ma non lo sono affatto. Lettera C. Cognome: in Italia il cognome del nascituro è del padre. Comandare: al comando della mia famiglia c'è mio padre (G.A. 13 anni). Lettera D. Dirigenti: il 20% degli italiani pensa che gli uomini siano dirigenti di impresa e leader politici migliori delle donne. L'idea del dizionario dialogato nasce da un progetto ancora più corposo intitolato Educazione in genere che è stato realizzato nel 2018 presso l'Istituto Comprensivo Bonsegna Toniolo di Fragagnano e Sava e che ha coinvolto i tre ordini di scuola: materna, elementare e media. La docente Manuela Monda è stata l'ideatrice di questo esteso lavoro che ha interessato anche docenti, adulti e genitori con un corso di formazione di 30 ore e che è culminato in una serie di iniziative culturali.

Nella scuola elementare il progetto si è concretizzato con giochi e attività pratiche e ha fatto emergere risultati allarmanti: è evidente la contrapposizione tra mancanza e dominanza di autonomia, atteggiamenti riferibili rispettivamente a femmine e a maschi. La bambine già da piccole sono predisposte ad aiutare i bambini e a mettersi a loro disposizione, non il contrario. Niente di strano: le bimbe per tutta l'infanzia giocano con le bambole a fare le mamme mentre i bimbi sono impegnati in videogiochi di lotta.

Si è lavorato dunque sulla soggettività, chiedendo agli alunni cosa volessero fare da grandi e declinando i mestieri al maschile e al femminile (è emerso che molte bambine aspirano a diventare parrucchiere ed estetiste). Attraverso i dettati sono state raccontate le storie di grandi inventrici. Straordinaria la reazione della classe. Nei loro commenti, gli studenti si sono detti sollevati. Hanno capito che ognuno può essere chi desidera e le bambine hanno scoperto che non devono essere perfette a tutti costi. Il campo di indagine e riflessione sulle differenze di genere e sulle pari opportunità nonché su tutte le azioni volte a contrastare la violenza di genere non si è esaurito con il progetto e prosegue attraverso le azioni didattiche più disparate ad essere al centro delle varie progettualità.

Elena Manigrasso continua tuttora a integrare il dizionario dialogato con l'aiuto delle nuove classi e Manuela Monda con i suoi alunni delle elementari ha trattato l'educazione finanziaria, un modo in più per proiettare le donne verso l'indipendenza. La nuova consapevolezza degli studenti si percepisce sensibilmente.
Alla lettera D del dizionario dialogato si legge la riflessione di C.P., terza media: Dimenticare: il problema è che a volte le donne si dimenticano di quanto valgono.
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