Discarica Li Cicci, nel suolo metalli pesanti oltre la soglia

Discarica Li Cicci, nel suolo metalli pesanti oltre la soglia
di Nazareno DINOI
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Giovedì 11 Luglio 2019, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 21:20
L'inquinamento del suolo attorno alla vecchia discarica «Li Cicci», c'è ed è documentato dalle analisi dell'Arpa Puglia che ha settembre scorso ha effettuato i carotaggi attorno al sito. I valori fuori norma, sino a dieci volte la soglia di tollerabilità, riguardano i metalli pesanti sulla cui tossicità sull'uomo non esistono ormai dubbi.

Ferro e alluminio in particolare trovato in eccesso in tutti e tre i campioni sottoposti ad analisi chimico fisiche. L'elemento più presente è il ferro che nel campione di terreno più inquinato ha segnato un valore di 2024 microgrammi per litro quando il limite massimo è di 200. Anche l'alluminio non scherza: 1310 microgrammi sui 200 consentiti. Di questo stato di cose il comune di Manduria è stato informato a novembre dello scorso anno ma cosa abbia fatto per mettere argine all'inquinamento non è dato sapere.

Si conosce invece il contenuto della lettera con cui l'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente, sede di Taranto, trasmetteva l'esito dei sondaggi del suolo.
Per meglio valutare l'analisi di rischio, il direttore del servizio territoriale di Arpa Puglia, Vittorio Esposito, consigliava al comune di «acquisire la mappatura delle aree interessate dalla presenza di materiale da riporto con indicazione degli spessori rilevanti». Anche in questo caso non risulta nessun provvedimento in merito da parte dell'amministrazione Messapica.

Oltre al carotaggio del terreno, i tecnici dell'Arpa hanno prelevato campioni di acqua dei cosiddetti pozzi sentinella (sorgenti situate nelle campagne intorno alla discarica), i cui risultati però non sono stati resi pubblici. È invece pubblica la presenza di altrettanto pericoloso percolato nelle cisterne di contenimento della vecchia discarica. «Si trasmettono i rapporti di prova delle analisi effettuate scrive l'agenzia per l'ambiente nella lettera indirizzata al Comune , dai quali si evince una situazione di degrado generalizzato dell'area e la presenza di percolato all'interno dei pozzi di raccolta».

La quantità di liquido altamente inquinante e cancerogeno prodotto dalla macerazione dei rifiuti tal quali, è di un metro e settanta d'altezza nel primo pozzo, un metro e 12 nel secondo e sessanta centimetri nel terzo.
In un quarto pozzo non è stato possibile la misurazione per via dei cumuli di rifiuti a vista e per la presenza di guaina di copertura danneggiata da un incendio. Mentre il comune di Manduria attendeva gli eventi, dopo circa due mesi da quella comunicazione dell'Arpa la sezione Ambiente dell'amministrazione provinciale di Taranto trasmetteva copia di un'ordinanza avente per oggetto: «Ex discarica Li Cicci, conclusione del procedimento amministrativo ed emissione di ordinanza nei confronti dei responsabili degli eventi di superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione. Nell'atto si diffidavano i responsabili della contaminazione (i vecchi gestori della discarica abbandonata), a provvedere a disinquinare il sito. Il 15 giugno scorso, cinque mesi dopo quell'ordinanza, l'amministrazione Messapica ha dato incarico ad un legale esterno per ricercare i responsabili di quell'inquinamento.


 
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