Diossina, cifre choc: «Bisogna revocare l’Aia data all’Ilva»

Il consiglio comunale di Taranto
Il consiglio comunale di Taranto
di Paola CASELLA
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Sabato 9 Aprile 2016, 06:48 - Ultimo aggiornamento: 12:29
TARANTO - I temi ambientali in primo piano nel corso del consiglio comunale di ieri si è assistito con una serie di botta e risposta tra la consigliera comunale Lina Ambrogi Melle (Ecologisti per Bonelli) ed il sindaco Ippazio Stefàno. La consigliera è andata all’attacco quando si è arrivati alla discussione del punto 4 all’ordine del giorno, relativo alla mozione, sottoscritta da Ambrogi Melle, Dante Capriulo, Giampiero Vietri, Cosimo Gigante e Antonino Cannone, sulle elevate emissioni di diossina a Taranto ed il ritardo nella conoscenza di quanto accaduto da parte della cittadinanza. «Lo scorso febbraio - ha detto - abbiamo appreso dalla stampa che a Taranto è successo qualcosa che è più di un disastro ambientale. Nella relazione stilata dal Politecnico di Torino e commissionata dall’Ilva si legge che tra l’agosto 2013 ed il febbraio 2015 ci sono stati livelli altissimi di diossina, anche quaranta volta oltre i limiti e circa diciotto volte oltre i numeri toccati durante i rilevamenti Arpa tra il 2008 ed il 2011».

La consigliera ha sottolineato che i commissari Ilva avrebbero dovuto allertare le istituzioni competenti, perché la popolazione venisse tutelata ed informata. «I dati - ha osservato sono stati resi noti solo grazie all’insistenza con il Ministero di alcune associazioni ambientaliste. La legge prevede il pagamento di una somma per ogni giorno di ritardo nella trasmissione di questa importantissima notizia. Cosa è stato fatto? Sindaco, i commissari sono garantiti dal punto di vista penale, ma per lei non c’è alcuna immunità. In base alla direttiva Seveso, lei sarebbe dovuto intervenire a tutela della salute pubblica». L’esponente dell’opposizione, facendo riferimento alla mozione, ha chiesto, infine, la revoca dell’Aia Ilva, in base al decimo comma dell’articolo 29-decies della normativa Aia ed in virtù del principio comunitario di precauzione.
«Si tratta - ha spiegato il sindaco - di un episodio avvenuto in passato. Arpa, Asl e Comune hanno sottolineato la necessità di approfondire le ragioni della comunicazione tardiva. Inoltre, ho chiesto al Ministero di effettuare un’ispezione». Al termine della discussione, la mozione è stata ritirata per una nuova riformulazione, perché non tutti consiglieri hanno condiviso la richiesta di revoca dell’Aia.
La rappresentante dell’opposizione, in precedenza, si era detta indignata dalle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal presidente della Regione Michele Emiliano a proposito di Tempa Rossa.
«Trovo abbastanza vergognoso - ha affermato - che Emiliano abbia detto che la Regione è d’accordo sull’impianto e che gli unici problemi su cui discutere sono le royalties e le compensazioni ambientali. L’aver assunto questa posizione significa ignorare le richieste del territorio jonico. Infatti, il Comune, numerose associazioni e semplici cittadini sono contrari a questo nuovo insediamento che aumenterà l’inquinamento del 12 per cento». La consigliera ha invitato poi a non dimenticare «il rischio di incidenti rilevanti, con possibile effetto domino» che il traffico di superpetroliere di per sé comporta. «Sindaco, - ha esortato Ambrogi Melle - si rivolga ad Emiliano e ribadisca con forza che non accettiamo scelte politiche nefaste, perché saremo noi tarantini a subirne le conseguenze».
Immediata la replica di Stefàno: «Emiliano ha una sua posizione che è diversa dalla mia. L’ho detto e lo ripeto se questo nuovo impianto fa male alla salute, noi non lo vogliamo e non vogliamo neppure parlarne, visto che le royalties non ci interessano».
 
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