«Dilettantismo spaccone»: Melucci e i sindaci disertano il tavolo Ilva di Di Maio

«Dilettantismo spaccone»: Melucci e i sindaci disertano il tavolo Ilva di Di Maio
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Lunedì 30 Luglio 2018, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 12:29

di Tiziana FABBIANO
Dilettantismo spaccone. Così il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci apostrofa il modus operandi del vicepremier Luigi Di Maio sulla gestione della vertenza Ilva. Una «sceneggiatura» alla quale non intende prestarsi, il primo cittadino del capoluogo jonico. E cui si sottrae affidando a una breve nota le sue ragioni. La calda domenica diventa alla vigilia del tavolo - convocato per presentare una proposta aggiuntiva dell'azienda ArcelorMittal - con dichiarazioni che ormai segnano la rottura insanabile e la scelta di non partecipare al vertice di oggi. Alle 10 del mattino, invece, lo stesso orario del vertice, in riva ai Due Mari si prepara la controffensiva dopo l'ammutinamento a Di Maio. Le istituzioni locali che hanno deciso di boicottare la convocazione, infatti, incontreranno la stampa stamattina. Seguono la stessa scelta di Melucci, infatti, il Presidente della Provincia Martino Tamburrano, i sindaci di Statte Francesco Andrioli e di Montemesola Vito Punzi, nonché Confindustria Taranto presieduta da Vincenzo Cesareo. Non saranno a Roma per protestare contro un tavolo riunito «secondo criteri non condivisibili».
La decisione di partecipare al vertice era stata comunicata sabato pomeriggio, soltanto qualche ora prima del clamoroso dietrofront. Ma a spiegare cosa sia avvenuto è stato il sindaco Melucci: «La risposta del Ministro Di Maio alle preoccupazioni e sollecitazioni delle istituzioni locali è giunta inequivocabile. Poco dopo le 21.30 di sabato l'invito al tavolo Ilva del 30 luglio è stato revisionato, non integrandolo magari con i parlamentari jonici, ma estendendolo addirittura ad una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra i quali si rinvengono quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell'ultimo tragico incidente nello stabilimento», afferma Melucci riferendosi alla contestazione avvenuta dopo la morte dell'operaio Ilva, Angelo Fuggiano.
«Il ministro ha perciò scelto i suoi interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni nostro ulteriore possibilismo. Il Comune di Taranto non parteciperà a nuove iniziative in questa forma. L'azienda e i Commissari sanno dove trovare il sindaco quando la legge della Repubblica Italiana prevederà il suo coinvolgimento», afferma Melucci. «L'amministrazione non si presterà a questo dilettantismo spaccone, che il ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio», chiosa il sindaco.
Poco dopo la replica del vicepremier, attraverso i social. «Il tavolo sull'Ilva - scrive Di Maio in un post su Facebook - non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell'oscurità. Tutto deve essere trasparente perché tutti devono prendersi le responsabilità di ciò che propongono. Stiamo parlando del futuro di migliaia di cittadini e lavoratori, chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze. È finita - prosegue il ministro - l'epoca delle riunioni che escludono i cittadini da qualsiasi tipo di discussione. Il nostro metodo è un altro. Fa rima con partecipazione e trasparenza. Gli altri metodi, sbagliati, e i vecchi schemi mentali ci hanno portato dove siamo oggi e non ripeteremo gli errori di chi ci ha preceduto».
Ma intanto anche ArcelorMittal, l'azienda che vuole acquisire Ilva e che oggi dovrà illustrare la sua proposta migliorativa per il piano ambientale di Taranto, in una lettera inviata allo staff del ministro Di Maio e ai sindaci, sottolinea il fatto di non essere stata informata dell'allargamento a tanti soggetti del tavolo sull'Ilva. La società nel sottolineare di essere aperti al dialogo chiede però un percorso «condiviso».
Da Bari invece Michele Emiliano twitta avvicinandosi più alle posizioni di Di Maio che a quelle di Melucci. «A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali ai quali col governo del pdnetwork non era ammessa neanche la Regione Puglia?» si chiede su Twitter il presidente pugliese.
Di avviso decisamente critico anche i sindacati.

L'altro ieri la Uilm aveva dato ragione alle perplessità delle istituzioni locali sull'eccessivo allargamento della platea di interlocutori. Ieri la Fim Cisl ha accusato Di Maio: «finge il coinvolgimento ampio per fare un monologo senza contradditorio come in tv». È quanto sostiene il segretario generale Marco Bentivogli che prosegue: «Il club privato rischia di essere proprio la confusione utile solo a nascondere le sue intenzioni e a evitare di confrontarle con noi».

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