Hanno fatto molto discutere le parole pronunciate a Taranto dal coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. Tanto che ieri l’onorevole Mauro D’Attis, che di Forza Italia è anche il commissario regionale, ha ritenuto di dover intervenire per replicare agli attacchi ricevuti dal partito.
La replica
«L’intervento del presidente Tajani è stato ripreso pubblicamente in alcuni video, a testimonianza che le polemiche sollevate dopo la pubblicazione di alcuni titoli giornalistici sono totalmente infondate. Le parole del presidente Tajani sono state strumentalizzate. L’industria dell’acciaio rappresenta un settore fondamentale che non può essere cancellato. Taranto è una risorsa nazionale ed europea che può continuare a tutelare il comprensorio dell’acciaio, ma che non deve essere lasciata da sola come è stato fatto dai governi di centrosinistra. Ambiente e salute sono due temi che stanno a cuore a Forza Italia e che sono stati più volte ripresi dal presidente Tajani nel suo intervento, come quando afferma che “l’industria non deve essere inquinante e che anzi deve essere messa nelle condizioni per non essere inquinante”. Forza Italia ha spinto, anzi, per l’accelerazione delle bonifiche e gli investimenti sulla decarbonizzazione, in modo che l’acciaieria possa diventare presto un’industria sostenibile».
Poi D’Attis ha aggiunto. «Siamo sempre stati presenti per affrontare il tema ex-Ilva. In particolare, con Tajani capo delegazione, siamo venuti a Taranto nel novembre del 2019, quando premier in carica era Giuseppe Conte, per incontrare imprese, lavoratori, ma soprattutto i vertici delle autorità sanitarie locali. È ridicolo che solo adesso Pd e Con (lista di Emiliano) trovino il coraggio di parlare, visto che sono al governo nazionale da un decennio, che governano la Regione e il Comune di Taranto da oltre quindici anni. Hanno distrutto quella città dopo averla commissariata con l’on. Boccia che a Taranto ha “blindato” praticamente la sua carriera. Sono gli stessi che recentemente si erano preoccupati solo di ottenere dal Governo la nomina di Emiliano a commissario per la decarbonizzazione, praticamente solo per gestire potere economico.