I mitilicoltori: «Cozze distrutte all'80%, la Regione ci dia una mano»

I mitilicoltori: «Cozze distrutte all'80%, la Regione ci dia una mano»
di Massimiliano MARTUCCI
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Martedì 7 Settembre 2021, 05:00

I mitilicoltori di Taranto chiedono alla Regione un sostegno per fronteggiare la morìa di cozze. Lo hanno fatto tramite una lettera rivolta all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, firmata dalle più significative associazioni di categoria: Agci Pesca, guidata da Emilio Palumbo, Agri Pesca Taranto, guidata da Cosimo D’Andria, e Lega Pesca Taranto guidata da Cosimo Bisignano. 

L'appello

«Partiamo da un fatto: la mitilicoltura tarantina ha subìto, negli ultimissimi mesi, una perdita della produzione che si aggira attorno al 70-80%. Ciò a causa delle alte temperature che hanno determinato la moria dei molluschi coltivati in Mar Piccolo. Da qui l’esigenza di chiedere all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, un intervento che consenta di rimpolpare le risorse previste per sostenere il settore, rifinanziando dunque la legge regionale n.1 del 2016, che prevede 200mila euro da spalmare su tutta la regione». 
Un sostegno economico per le imprese coinvolte nella coltivazione dei molluschi, che possa compensare le perdite dovute alla morìa delle cozze. «Riteniamo indispensabile» scrivono le associazioni di mitilicoltori, «fare uno sforzo in più al fine di destinare un importo maggiore che, tradotto in concreto, significa dare un contributo serio alle moltissime famiglie tarantine che vivono di mitilicoltura e insieme garantiscono la continuità di un’attività secolare e quindi tradizionale nella città bimare». 
Le associazioni chiedono un impegno anche per attivare percorsi di valorizzazione commerciale del prodotto cozza: «strade alternative per consentire agli operatori di commercializzare un prodotto di qualità; un’idea da rispolverare potrebbe essere quella avanzata dall’Istituto Talassografico che ha proposto lo spostamento del seme dei mitili, durante la stagione più calda, in acque classificate idonee (A), quindi in Mar Grande, per far sì che il processo di maturazione si completi in maniera regolare, evitando così il fenomeno della moria legata alle temperature troppo alte. Il trasferimento in Mar Grande dei mitili che non hanno superato i 3 centimetri, consente di ridurre in misura consistente, in circa quarantancinque giorni, i pcb presenti». 
La possibilità di trasferire le cozze nel Mar Grande è stata data dal Comune di Taranto a luglio scorso, concedendo ai mitilicoltori 90mila metri quadrati di mare per la coltivazione dei molluschi. Secondo quanto affermato dalle stesse associazioni di categoria, sono state trasferite lì tremila tonnellate di molluschi. 
La settimana prossima la Regione è chiamata a pronunciarsi sul rinnovo dell’ordinanza che obbliga i mitilicoltori a spostare il novellame dal primo seno del Mar Piccolo entro la fine di febbraio, per evitare che assorbano troppi inquinanti.

Concludono le associazioni: «Auspicabile anche che vengano predisposti fondi Feamp per il sostegno ad un settore in grande sofferenza, che va senza dubbio salvaguardato». E quindi: «intervenendo su più fronti, sarà possibile tutelare una produzione emblematica del territorio, come quella della mitilicoltura, e prepararsi in modo adeguato per la prossima stagione estiva, evitando di replicare quanto accaduto quest’anno». 

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