Dopo la polemica il "regalo": le cozze di Taranto per Confindustria

L'immagine della consegna
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di Alessandra MACCHITELLA
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:15


Le cozze, regine della diatriba degli ultimi giorni, sono finite sul tavolo di Confindustria Taranto. Non è una metafora: i mitili, neri e lucidi, sono immortalati nelle foto con i rappresentanti del settore della mitilicoltura Cosimo Bisignano ed Emilio Palumbo, il reggente di Confindustria Taranto Pietro Vito Chirulli e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

La consegna

Ieri pomeriggio è avvenuto lo scambio del dono, una risposta di impatto al presidente di Confindustria Carlo Bonomi che nel corso dell’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat aveva dichiarato: «Noi non evitiamo di parlare di Taranto ma ne parliamo con le persone che ci propongono un futuro per Taranto, non con chi ci propone allevamenti di cozze». Da quel momento quelle parole sono rimbalzate da un comunicato all’altro, in tanti hanno difeso la categoria dei mitilicoltori. «Siamo qui per parlare degli allevamenti delle cozze, del loro passato, presente e futuro – ha dichiarato Bisignano, presidente Lega Pesca Taranto - abbiamo con noi la forza derivante da tutti gli interventi a nostro favore da parte delle varie associazioni del territorio, c’è stata una levata di scudi per la difesa del comparto. A Taranto c’è un’aria nuova. Il comparto ittico è la storia della città, rappresenta l’identità della comunità, ha una valenza importante sociale, culturale, turistico, enogastronomica, ambientale ed economica. Non consentiamo di sminuire la nostra attività per un percorso che è già costato tante vite umane, ormai anacronistico. L’industria ha causato la crisi del comparto anche con l’inquinamento del mare. Oggi è in corso la bonifica ma i tempi sono lunghi, anche per il mercato ittico ci vorrà del tempo. Noi stiamo andando avanti, la nostra categoria sta realizzando uno sviluppo ecocompatibile eliminando le retine di plastica e passando alla fibra naturale, non accettiamo che la nostra attività venga considerata quasi nulla.

Siamo disposti a invitare a nostre spese il presidente Bonomi per trascorrere due giorni nel Mar Piccolo».

Nel polverone che si è creato tornano anche vecchie dichiarazioni di Bonomi, che già nel 2019 chiedeva se continuare a produrre acciaio o produrre cozze. «La battuta del presidente Bonomi – ha aggiunto Palumbo, Presidente Agci Pesca Taranto - non è stata ben accolta dal settore, eppure le cozze sono la storia e la tradizione di Taranto, un’economia pulita per la città e che resta al suo interno».

Insomma, un attacco ai mitili mirato o sbadato, che la città sembra comunque non accettare. «Siamo qui a offrire solidarietà ai nostri operatori – ha aggiunto il sindaco - tutto ciò che viene dal mare è la nostra ricchezza. Le cozze donate sono un gesto simbolico per far capire a Bonomi di che cosa parliamo: un grande giro di affari, un asset economico da tutelare. Questa città non vuole farsi dividere da banali slogan, dobbiamo ricominciare dal nostro mare che è il nostro petrolio, per il futuro ci vuole più mare e meno acciaio. Chi non conosce questa terra e le sue ferite non deve parlare, a casa nostra decidiamo noi».

L’incontro di ieri si è svolto in serenità ed è sembrata esserci unità di intenti. Che cosa ne pensa Confindustria Taranto delle parole di Bonomi? « Credo che le sue dichiarazioni abbiano avuto un errore di condivisione – ha sottolineato Chirulli - ma sono certo che anche lui mangi le cozze tarantine. Il gesto di oggi trovo abbia il senso simbolico di collaborazione, siamo tutti nella stessa barca, le aziende non vanno l’una contro l’altra. Le competizioni a volte distruggono, noi siamo per la collaborazione. Il mare, base della città, deve essere salvaguardato».

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