Cozze di Taranto, le bonifiche sono il nodo da sciogliere

Impianti di cozze in Mar Piccolo
Impianti di cozze in Mar Piccolo
di Massimiliano MARTUCCI
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:40

«Non possiamo avere commissari pro-tempore» commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, a margine dell’audizione in aula sulla vertenza relativa alle cozze di Taranto, dopo la mozione presentata dal consigliere Massimiliano Stellato. Pentassuglia era stato tirato dentro anche dopo l’incontro avuto lunedì tra una delegazione di mitilicoltori aderenti a Confcommercio e Unicoop, guidati rispettivamente da Luciano Carriero e Mario Imperatrice nella protesta nel capoluogo jonico.

Le motivazioni

La vertenza si scalda perché ogni 28 febbraio i mitilicoltori ricordano che le bonifiche promesse, e i cui soldi sono già stati stanziati, non partono e per questo sono costretti a portare il novellamene, entro la fine di febbraio, nel secondo seno del Mar Piccolo, oppure, come è accaduto l’anno scorso, nel Mar Grande.

È la Regione, attraverso la famigerata ordinanza regionale 188 del 2016 a ordinare ai mitilicoltori di spostare il prodotto dal primo seno del Mar Piccolo, al secondo seno. Ma, come è stato visto l’anno scorso, il sovraffollamento e l’aumento delle temperature dovute ai cambiamenti climatici, ha fatto perdere al settore circa il 70% del raccolto. A questo si devono aggiungere gli aumenti dei prezzi delle concessioni, di cui i mitilicoltori tarantini hanno doppiamente bisogno, proprio perché sono due gli specchi d’acqua che dovranno utilizzare.

Le dichiarazioni

Questo è il quadro della situazione e su questo Pentassuglia spiega a che punto è il lavoro della Regione. «Il Governo - ha detto - sta preparando un pacchetto di provvedimenti che riguarderanno anche le concessioni. Io sono impegnato a fare da tramite». 
In assenza di spazi disponibili, l’anno scorso era stata avviata una sperimentazione in Mar Grande, che sembra essere riuscita positivamente. 
«Per la questione dell’utilizzo del Mar Grande - ha aggiunto - abbiamo bisogno di delimitare le aree, perché la mitilicoltura non deve intralciare le altre attività del porto. Un anno fa avviammo una sperimentazione, con il Comune, guidata dall’Università di Bari e dal Cnr, ed è stata positiva. La sperimentazione fu avviata dopo un incontro fatto con gli allora assessori all’Ambiente e alle Attività Produttive». Nove ettari dedicati all’impianto delle cozze, da cui, secondo quanto riferirono gli stessi mitilicoltori, sono state ricavate tremila tonnellate di prodotto. 
Uno specchio d’acqua troppo piccolo per sostituire il primo seno del Mar Piccolo, senza considerare le diversità biologiche dell’acqua.

Resta aperta la questione bonifiche, da cui al momento, dipende tutto. «Uno dei temi posti al Governo - ha continuato - è che non possiamo avere commissari pro-tempore, ma che abbiano un periodo abbastanza lungo sul quale lavorare, perché sono questioni complesse. Il commissario deve dirci come si accelerano le procedure per le bonifiche. La bonifica del primo e del secondo seno del Mar Piccolo deve essere accelerata». Il prossimo 9 marzo una delegazione di associazioni di categoria e sindacati incontreranno il commissario prefettizio. Un’altra parte del fronte della vertenza ha incontrato lunedì, dopo un presidio in strada, il prefetto Martino, che si è fatto carico sia di coinvolgere Pentassuglia sia di suggerire al Comune di modificare le modalità di concessione, limitando a un solo titolo oneroso per i produttori. Sono oltre mille le famiglie, spesso monoreddito, che dipendono dal lavoro nella mitilicoltura. Se questo non bastasse, la cozza assume da più parti la connotazione simbolica della rinascita economica post-industriale della città, che dovrebbe avere l’abbrivio dal riconoscimento del presidio Slow Food. 

La mozione approvata

E intanto ieri è stata approvata all’unanimità, dal consiglio regionale della Puglia, la mozione a sostegno della mitilicoltura jonica presentata da Massimiliano Stellato, consigliere regionale.
La mozione impegna la Regione e l’assessorato all’Agricoltura e alla Pesca “a predisporre ogni più opportuno provvedimento, anche attraverso l’interlocuzione con i Ministeri competenti per sostenere l’intero comparto della mitilicoltura ionica prostrato dal rincaro delle materie prime e dagli aumenti dei canoni”.
«Ricevere l’unanimità del Consiglio - dichiara Stellato - su una questione così importante per i mitilicoltori tarantini è un chiaro segnale di attenzione verso il processo di diversificazione produttiva che il capoluogo ionico continua a perseguire per liberarsi dalla monocoltura dell’acciaio attraverso un prodotto che è eccellenza e tratto identitario». 
“I rincari del costo dell’energia e del gasolio hanno impattato sulla produzione di mitili e sulle finanze dei mitilicoltori”, si legge tra l’altro nel testo della mozione che riepiloga la particolare situazione dei produttori locali.

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