Focolaio nell'azienda ortofrutticola, la Cgil accusa: «Fate luce sulle condizioni di lavoro»

Focolaio nell'azienda ortofrutticola, la Cgil accusa: «Fate luce sulle condizioni di lavoro»
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Settembre 2020, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 00:15
Il focolaio Covid di Polignano è un allarme che fotografa il pericolo perenne in agricoltura. Condizioni di precarietà e promiscuità che se non corrette rischiano di essere condizioni ad alto potenziale di rischio per tutte le comunità che forniscono manovalanza.

E’ quanto dichiarano in una nota congiunta i segretari di CGIL e FLAI CGIL Taranto, Paolo Peluso e Lucia La Penna, a commento di quanto accaduto nei giorni scorsi nel magazzino ortofrutticolo SOP di Polignano, in provincia di Bari.

Quell’evento racconta di un mondo agricolo che non può abbassare la guardia e che al di là delle prescrizioni indicate nei protocolli del Ministero della Sanità e del DPCM Salute - dicono ancora Peluso e La Penna - soffre ancora dell’antico “vizio” di una mobilità pubblica negata.

Così i casi di Grottaglie e San Marzano di San Giuseppe diventano sintomatici di una condizione che il Covid-19 ha solo mostrato con estrema urgenza.

Occorre maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori che devono pretendere il rispetto di quanto previsto dai DVR (Documento Valutazione dei Rischi) aziendali e in caso di inadempienza segnalare immediatamente le criticità alle organizzazioni sindacali – dice La Penna – ma anche un più accurato monitoraggio da parte degli enti preposti.

Il riferimento al Nucleo Ispettivo del Lavoro dei Carabinieri e all’INAIL che la CGIL sollecita nello specifico affinché possano verificare eventuali responsabilità e inadempienze da parte delle aziende.

La vertenza dei diritti di questi lavoratori si rafforza ora anche del tassello importante per la salvaguardia della salute pubblica – commenta Paolo Peluso – e l’interesse a condizioni di salute e sicurezza di questi braccianti è ora interesse di una intera comunità, chiamata finalmente a riconoscere la strategicità di questo settore ma anche i suoi antichi limiti.

La CGIL e la FLAI chiedono a tal proposito all’azienda sede del focolaio di procedere in collaborazione con la ASL competente, alla fornitura dell’elenco completo e certificato di tutti i lavoratori stagionali impegnati nella stessa negli ultimi 20 giorni, garantendo così per tutti la verifica immediata delle condizioni di salute attraverso la somministrazione del tampone.

Denunciamo inoltre – termina la nota a firma Peluso e La Penna - la sottovalutazione della mobilità del trasporto dei braccianti, che sono stati trasportati normalmente e senza limitazione numerica, nonostante più volte e in tutte le occasioni dei tavoli istituzionali, la FLAI Taranto avesse chiesto la necessità di provvedere un trasporto dimezzato almeno del 50% al fine di garantire il distanziamento sociale previsto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA