Un focolaio di contagi da coronavirus, il più grosso registrato a Taranto in ambienti non ospedalieri da quando è iniziata la pandemia in Puglia, è scoppiato nel carcere di Largo Magli.
I numeri destinati a salire
Sino a ieri i detenuti risultati positivi al tampone erano 32 ed altri 16, tutti contatti diretti che hanno condiviso le celle con i contagiati, sono in attesa di tampone. L’ala interessata che è stata completamente isolata, è quella della massima sicurezza. Molti presentano sintomi lievi, come febbre e disturbi alla gola, uno solo avrebbe sviluppato già una polmonite bilaterale da infezione di Sars-Cov2 e necessiterebbe quindi di ricovero. Non si registrano al momento contagi tra gli agenti e il personale.
Le disposizioni
Da quanto è dato sapere, quasi tutti i positivi sono stati sottoposti alla vaccinazione con una sola dose, alcuni nemmeno quella. L’intero penitenziario, secondo le disposizioni del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del Ministero della Salute, è stato classificato off-limits con il divieto a nuovi ingressi. Pertanto già dall’altro ieri, quando erano risultati positivi i primi detenuti, tutte le misure di detenzione in carcere disposte dalla Procura ionica vengono dirottate nelle carceri di Lecce e Brindisi. Sempre da martedì, fino a nuove disposizioni, sono stati sospesi i colloqui visivi con i detenuti che potranno collegarsi con i familiari sono per via telematica. Tutte le prenotazioni per i colloqui sono state sospese.
La situazione
La situazione nel penitenziario potrebbe sfuggire di mano dal punto di vista sanitario per un’emergenza nell’emergenza che si è presentata ieri con le dimissioni della direttrice medica della struttura. La dottoressa Fernanda Gentile, infatti, ha rassegnato le dimissioni alla Asl, dalla quale dipende l’assistenza medica. Per preservare il più possibile la salute dei contagiati e non mettere a rischio l’intera struttura, la direttrice della circondariale «Carmelo Magli», Stefania Baldassarre, sta attuando tutte le misure previste, ed anche di più, per impedire che il virus si diffonda nel resto della popolazione. Attualmente i detenuti sono 689 (a fronte di una capienza di 304) a cui si sommano 310 agenti di polizia penitenziaria e 33 tra amministrativi ed educatori, oltre naturalmente alla direttrice. Il personale del Dipartimento di prevenzione ha preso in carico il difficile caso che in un certo senso rovina il clima di «scampato pericolo» che si respira da un po’ di tempo nella popolazione e negli stessi ambienti sanitari.
Il focolaio esploso nel carcere dimostra che il virus è presente e basta cercarlo per stanarlo.