Ex Ilva, sì del Governo alla Valutazione del danno sanitario

Ex Ilva
Ex Ilva
di Tiziana FABBIANO
4 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Aprile 2019, 08:38
Il fumo nero che si è alzato dall'altoforno del siderurgico di Taranto due giorni fa ha attirato l'attenzione. E foto e video sono stati inviati direttamente al ministero dell'Ambiente. Al punto che lo stesso ministro Sergio Costa, reduce dal recente incontro nella prefettura jonica, ha inviato la sua risposta sul caso. Ha affidato a un post pubblico su facebook la spiegazione su quanto accaduto, annunciando per il 24 giugno la prossima visita a Taranto per la prima verifica bimestrale su salute e ambiente. E spiegando soprattutto che è intenzione del Governo realizzare al più presto la valutazione integrata del danno ambientale e sanitario, la auspicata Viias per Taranto.

«In molti ieri mi avete segnalato del fumo nero in uscita dall'altoforno 4 di ArcelorMittal, ex Ilva, a Taranto. Ci siamo immediatamente attivati con Ispra. Si è trattato di un blocco emergenziale dell'impianto. Se succede una volta, è un conto, ma pare proprio si verifichi un po' troppo spesso», scrive il ministro. «I tecnici stessi mi hanno confermato che questo ripetersi del blocco Non può essere considerato normale. Abbiamo immediatamente chiesto ad Arpa i dati della qualità dell'aria connessi all'emissione dei fumi e sappiamo che per questi eventi non esiste una prescrizione ad hoc. Per quanto possa sembrare assurdo, è così» osserva ancora.

Un vuoto nelle leggi? Sì, secondo il Governo gialloverde. «Stiamo lavorando anche su questo, per porre rimedio a venti anni di far west normativo sulla pelle dei tarantini. Ma per cambiare queste leggi, come abbiamo detto al tavolo a Taranto, mercoledì scorso, dobbiamo procedere con la valutazione del danno sanitario integrato in funzione preventiva con il ministro della Salute Giulia Grillo e, in base ai dati che emergeranno, lavorare sulle prescrizioni dell'Aia» prosegue Costa.

L'autorizzazione integrata ambientale che, secondo Costa, «potrebbe essere riaperta se la Regione Puglia rivedesse il piano localizzato della qualità dell'aria», precisa il ministro riprendendo un carteggio tra Roma e Bari in cui il Governo ha chiarito che ora la palla spetta proprio agli uffici regionali. In ogni caso, Costa intende andare avanti, con o senza la Regione. «Comunque, anche in assenza di questo, procederemo con la valutazione del danno sanitario preventivo, che i cittadini di Taranto chiedono da molti anni», assicura il ministro.

«Comunque, anche in assenza di questo, procederemo con la valutazione del danno sanitario preventivo, che i cittadini di Taranto chiedono da molti anni» prosegue Costa.
Un ultimo passaggio è sulle dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio che sono state riprese e contestate dalle associazioni ambientaliste ed in particolare da Alessandro Marescotti nel corso dell'incontro prefettura, con un intervento diventato virale sui social grazie anche al lancio durante la trasmissione di Maurizio Crozza di venerdì scorso. Costa chiarisce: «Non è una gara a chi dice la frase più ad effetto, a chi mette in difficoltà gli altri e per questo si sente di aver vinto. Nessuno vince in una tragedia come questa. Si può solo camminare insieme per risolvere i problemi».

«È stato detto che la riduzione del 20% delle emissioni inquinanti annunciata con il passaggio ad Arcelor Mittal non sarebbe vera: è chiaro che tale riduzione è riferita, come intuibile, al quadro emissivo post-adeguamento, ossia una volta attuati gli interventi dettati dal Dpcm del 2017 più l'addendum ambientale. Sono stati già installati i filtri elettrostatici che corrispondono alle migliori tecnologie in questo campo e nel 2021 ci saranno quelli a manica che in tutta Europa costituiranno una best practise» sottolinea il ministro.

Intanto ci sono i primi lavori. Su tutti la copertura dei parchi dell'ex Ilva, finanziati e realizzati dal nuovo proprietario ArcelorMittal con un costo a totale carico del privato di oltre 300 milioni di euro. «Una drastica riduzione delle emissioni diffuse di polveri sarà, peraltro, assicurata dalla copertura completa dei parchi minerari, i cui tempi sono stati anticipati con l'addendum ambientale, e come previsto entro il 30 aprile sarà rispettato il primo step: la chiusura del 50% dei parchi minerari, la parte più vicina al Tamburi. Quindi tra pochi giorni saranno fermate le polveri verso questo quartiere cosi martoriato» afferma ancora il ministro.

«Chiaramente non stiamo dicendo che ci accontentiamo dei valori di legge, dei cronoprogramma, della normativa esistente. Stiamo lavorando per cambiare lo stato delle cose, e abbiamo proposto alle associazioni di camminare insieme, ognuno con le proprie idee. Nessuno vuole convincere nessuno» conclude Costa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA