Punto di riferimento nel Mediterraneo, sulla rotta Suez-Gibilterra, il porto di Taranto si conferma hub logistico e intermodale «ideale» per il centro Europa e per i mercati di Asia, Stati Uniti e Nord Africa.
Inserito nelle reti trans-europee di trasporto Ten-T (che sono l’insieme delle infrastrutture - ferrovie, strade, interporti, aeroporti - considerate rilevanti a livello comunitario), rappresenta il terminal ferroviario/stradale finale del corridoio Scandinavo-Mediterraneo dell’Ue, nonché nodo marittimo che collega lo stesso corridoio con Malta.
Lo scalo di Taranto si consolida inoltre come destinazione crocieristica emergente, grazie alla diversificazione e allo sviluppo delle attività portuali su cui sta puntando l’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio. La strategia è quella di creare un sistema logistico integrato attorno al porto di Taranto, basato su strutture specializzate che attraggano «efficacemente» i traffici marittimi e favoriscano lo sviluppo del territorio (e della logistica del freddo, a vantaggio della filiera agroalimentare).
Sono queste le caratteristiche emerse nel corso del webinar internazionale di ieri, organizzato dalla Yilport Holding and Transport Events, a cui hanno partecipato, tra gli altri relatori, il presidente dell’Authority, Sergio Prete, e il general manager della San Cataldo Container Terminal (Scct), Raffella Del Prete.
La svolta
Dal 2019 il terminal container è gestito da un nuovo concessionario, la Scct, società controllata da Yilport, uno dei più importanti operatori portuali al mondo che già opera in altri 21 porti a livello globale. Il progetto della Scct prevede un «importante» riposizionamento strategico del terminal nel Mediterraneo, in grado di ospitare navi all’avanguardia. Altro tema di discussione è stato quello relativo alle Zone economiche speciali (Zes), pensate per attrarre investitori verso i porti del Sud Italia. Le aree Zes consentono di beneficiare di specifici incentivi fiscali e semplificazioni amministrative. Uno dei vantaggi derivanti dalle Zes è la possibilità di usufruire di una Zona franca doganale che offre vantaggi esclusivi per svolgere attività esenti da dazi doganali.
Gli investimenti
Il porto di Taranto «sino a qualche anno fa era il terzo porto italiano come movimentazione di merce, ma prevalentemente se non esclusivamente per il traffico industriale: poi - ha ricordato Prete - abbiamo avviato un importante intervento di ammodernamento e riqualificazione infrastrutturale dello scalo che è finalizzata proprio alla diversificazione delle attività, e quindi allo sviluppo dei traffici turistici, commerciali, logistici e della cantieristica. Grazie al Pnrr anche nei prossimi anni ci saranno investimenti notevoli nella infrastrutturazione: possiamo già contare sul potenziamento dei raccordi ferroviari. Il ruolo della San Cataldo Container Terminal è fondamentale perché una parte importante della visione e della programmazione di sviluppo del porto ruota intorno allo sviluppo del progetto di Yilport su Taranto. A breve ci saranno altre presenze importanti nel porto di Taranto, e questo rappresenta un riconoscimento della sua strategicità».