«Il commissario non risponde, pronti a spegnere le insegne»: protesta di Confcommercio

«Il commissario non risponde, pronti a spegnere le insegne»: protesta di Confcommercio
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Domenica 6 Marzo 2022, 05:00

«È crisi nera, e l’amministrazione  commissariale non risponde alle richieste di aiuto». Confcommercio a Taranto è sul piede di guerra ed annuncia che i commercianti sono pronti a spegnere le insegne. Con la crisi energetica, le bollette delle imprese potrebbero crescere del 160%. L’impatto sulle imprese del commercio, già ora con gli adeguamenti decisi a fine dicembre 2021, è più che raddoppiato.

Lo scenario

Basta attraversare alcune delle principali vie del commercio della città per rendersi conto di quanto squilibrato sia il rapporto tra le vetrine accese e le serrande chiuse; in alcune vie importanti del Borgo, come via Principe Amedeo, i negozi ancora aperti si contano sulle dita di una mano. «I commercianti ‘resistenti’ di alcune vie del commercio si sentono come in trincea, in attesa di un segnale che tarda ad arrivare. Un segnale che dia speranza, che dia il senso di comunità, che faccia capire che si sta lavorando per impedire la capitolazione del commercio tradizionale di vicinato. I parcheggi ad esempio, o una maggiore attenzione alla qualità dell’ambiente urbano: ecco basterebbe questo».
Sul punto interviene il vice presidente vicario di Confcommercio Taranto, Giuseppe Spadafino: «I commercianti hanno perso persino quelle residue energie che avevano contribuito ad alimentare un clima di speranza nella fase di ripartenza nella seconda ondata pandemica. I sopravvissuti al primo ed al secondo round Covid avevano puntato nel supporto dell’Amministrazione comunale. La crisi politica ha congelato tutto, ed ora abbiamo perso qualsiasi riferimento, siamo isolati. Ogni giorno ci confrontiamo con colleghi che vogliono cessare l’attività e non solo per il calo dei consumi, il commercio on line, la crisi energetica, ma soprattutto perché non c’è fiducia nel futuro della nostra città. L’amministrazione commissariale ha dimostrato di non sapere dare ascolto alle istanze del commercio, non è stata capace di dare risposta alle nostre reiterate richieste di soluzione alla totale carenza di parcheggi. Anzi, abbiamo registrato un assurdo calo dei posti auto in favore dei permessi, addirittura due per famiglia, e quando abbiamo proposto soluzioni come la apertura di Caserma Mezzacapo o della banchina Cacciatorpediniere non abbiamo registrato un minimo cenno di avvio di interlocuzione con gli Enti militari interessati. Con l’Amministrazione il confronto è difficile, dopo tre mesi dalla nostra richiesta, siamo riusciti ad incontrare il Commissario prefettizio, ma senza alcun risultato concreto. Siamo in totale disaccordo con questa modalità operativa. La chiusura al dialogo e la indifferenza alle richieste delle categorie dimostra quanto lontana anni luce possa essere una Amministrazione pubblica commissariale che non ha radici nel tessuto sociale della città».
Intanto, in queste ore c’è anche chi non si rassegna e chiede di dare spazio e voce alla protesta: «Sono spinte sempre più insistenti – fa sapere Spadafino- alle quali siamo obbligati a dare ascolto. E’ anche giusto far capire concretamente cosa possano significare per la tenuta sociale e la sicurezza della città, le insegne spente e le vetrine al buio. Confcommercio ha sempre privilegiato la via del confronto istituzionale, ma questa volta non ci sono i requisiti, siamo dinnanzi ad un muro». 
Una situazione critia sulla quale si registra anche la presa di posizione dell’ex sindaco Rinaldo Melucci: «Aver privato la città di una guida politica ha prodotto danni enormi.

Mi unisco all’allarme lanciato da Confcommercio, che denuncia l’impossibilità di avere relazioni istituzionali con la struttura commissariale del Comune, dopo una stagione di proficuo dialogo con il nostro esecutivo. Il prefetto Vincenzo Cardellicchio lo aveva detto nel suo primo intervento: nessun commissario può sostituire un sindaco, perché la guida politica di un’amministrazione ha anche il dovere di tenere aperto il dialogo, cosa che una struttura prefettizia non è tenuta a fare. È l’ulteriore prova che chi ha tramato contro la mia amministrazione, ha tramato contro la città, privandola di riferimenti politici necessari a cavallo di due emergenze: il Covid e la crisi ucraina. Questo accade quando le antipatie e gli interessi personali si mettono di traverso rispetto alla voglia di crescita e futuro di una comunità».

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