Colpo ai trafficanti di datteri di mare: disastro ecologico, 49 avvisi di garanzia

Colpo ai trafficanti di datteri di mare: disastro ecologico, 49 avvisi di garanzia
2 Minuti di Lettura
Martedì 28 Gennaio 2020, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 16:40
Un traffico di enormi dimensioni di datteri di mare, depredati attraverso la distruzione di una grande fascia di costa: la Guardia Costiera individua 49 persone, tutte destinatarie di un avviso di garanzia per disastro ecologico. E' questo il risultato di un'operazione contro i bracconieri del mare, condotta dalla Guardia Costiera di Taranto, diretta dal Comandante Giorgio Castronuovo, dopo 3 anni di intensa attività investigativa di polizia giudiziaria. Così è stato posto un freno al disastro ambientale perpetrato per anni da un’associazione a delinquere dedita al danneggiamento, ricettazione e distruzione dell’ambiente marino a mezzo di specifici mezzi di percussione, per l’estrazione della specie protetta del dattero di mare. In particolare l’azione degli investigatori ha portato alla luce l’esistenza di un vero e proprio “mercato sommerso, per un giro di affari ben superiore al milione di euro, che coinvolge dal piccolo operatore criminale locale, ai più organizzati esercizi commerciali, i cui titolari erano disposti ad acquistare e immettere sul mercato il prodotto illecitamente raccolto. Un'attività illecita che ha provocato danni irreversibili all’ecosistema della fascia costiera orientale jonico-salentina area, comportando la desertificazione di un'area di oltre 3000 mq, pari a tre volte la superficie dell’isola di san Pietro, per svariati chilometri di fascia costiera. Gli avvisi di garanzia, emessi dall’Autorità giudiziaria di Taranto, riguardano ben 49 soggetti, non solo della provincia tarantina, a dimostrazione della vastità del fenomeno, coinvolti a vario titolo nella distruzione dell’ambiente marino finalizzato alla raccolta, commercializzazione e detenzione della specie protetta, alcuni dei quali già noti alle Forze dell’Ordine per la spiccata capacità delinquenziale. Le operazioni di polizia giudiziaria condotte con attività “tecnica” ed anche con l’ausilio di sommozzatori della Guardia Costiera - durante le quali è stata acquisita una mole considerevole di elementi di prova, con gravissimi indizi di reato utili a definire con chiarezza, ben circostanziandolo, il quadro indiziario a carico degli indagati - hanno messo in luce i rapporti concorsuali tra gli stessi, stabilmente impegnati nell’attività delittuosa, e si sono concentrate sui fondali devastati, prospicienti l'ex Tct, la scogliera in località Lido Azzurro e quella di San Vito.

 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA