Centro chiuso, l'odissea dei dializzati: «Trenta chilometri per poterci curare»

La protesta davanti alla sede Asl
La protesta davanti alla sede Asl
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Venerdì 19 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Alcuni si sono incatenati per protesta, mentre altri hanno stazionato in un silenzio pesante. Sono ammalati, alcuni anche gravemente. Per loro lottare è, senza dubbio, la normalità. Lo fanno tutti i giorni quando si sottopongono a quella terapia salva vita che è la dialisi. In molti casi, si tratta di pazienti in cui le funzioni renali sono compromesse quasi interamente e non dovrebbero, certamente, trovarsi sul marciapiede antistante l’Asl di Taranto. 

Il sit in

Eppure, ieri mattina una decina di dializzati hanno dovuto protestare per chiedere di essere ascoltati e aiutati, dopo mesi di disagi. Da quando il centro dialisi di Torricella improvvisamente ha serrato le porte, in tanti sono piombati nello sconforto perché raggiungere l’ospedale di Taranto dai comuni della provincia, alcuni distanti anche oltre 30 chilometri, non è cosa semplice. Ancor di più, se si è provati da problemi di salute. 
«Siamo tornati indietro di 30 anni in questi mesi perché dobbiamo affrontare decine di chilometri per fare la dialisi», racconta una donna.  A farsi portavoce della protesta, il segretario generale della Cisl Fp Ta Br, Massimo Ferri ed il segretario regionale Aned (Associazione nazionale emodializzati, dialisi e trapianto) Puglia, Antonio Giacovelli. «Si tratta di un problema molto grave – sottolinea Ferri – perché, pur in presenza di fondi economici, non si riesce a sciogliere questa matassa burocratica ed organizzativa. Nel mezzo, restano le vittime di una vicenda surreale che ha visto la chiusura del centro dialisi di Torricella, dalla sera alla mattina e senza alcun preavviso. Dopo e sulla scia delle proteste e dei disagi degli ammalati, sono state intercettate due società interessate a gestire il servizio ma, ad oggi, nonostante le tante promesse, prevale solo il buio». 
Da quasi tre mesi, i pazienti che necessitano di dialisi si recano quotidianamente a Taranto e qualcuno anche a Manduria. «Perché privarli di un servizio essenziale e che funzionava benissimo?», chiede Ferri, evidenziando l’importanza della struttura torricellese anche nei mesi estivi quando la presenza di quel presidio garantiva vacanze tranquille ad un ampio numero di visitatori. «Oggi, questi ammalati devono mettersi in strada, anche in condizioni gravi sia di salute che metereologiche per raggiungere centri distanti dal loro domicilio decide di chilometri. Assistiamo ad un rimbalzo di competenze e di responsabilità che ricadono su persone deboli ed in difficoltà». Eppure, la vicenda era anche giunta sul tavolo dell’ormai ex assessore giornale alla sanità, PierLuigi Lopalco
«Sì – racconta Ferri – e lì avevamo appreso che due società erano interessate a gestire il servizio di dialisi ma poi, non si è saputo più nulla. Non si comprende perché permane questo stallo molto grave». Ieri, l’Asl di Taranto ha promesso il massimo impegno per risolvere la questione. A margine della protesta, i rappresentanti dell’Aned, della Cisl Fp ed alcuni esponenti politici, come l’ex sindaco di Torricella, Michele Schifone, il consigliere regionale del Pd, Vincenzo Di Gregorio ed il consigliere comunale di Pulsano, Angelo Di Lena sono stati accolti dal direttore sanitario Gregorio Colacicco. In collegamento telefonico, presente anche Luigi Morrone, direttore del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto. Tutti d’accordo per evitare che i dializzati affrontino lunghi e faticosi spostamenti. Il 25 novembre prossimo, la vicenda approderà a Bari nell’ambito di un tavolo tecnico regionale.

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