Castellaneta: sul Comune l'ombra del dissesto

Il Consiglio comunale
Il Consiglio comunale
di Francesco TANZARELLA
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Mercoledì 23 Marzo 2016, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 14:43
Nessuno lo conferma, ma la conferenza stampa convocata per questa mattina alle 9 pare essere un preludio della dichiarazione di dissesto.
Giovanni Gugliotti e gli eredi delle vittime del crollo di viale Verdi, infatti, quella cinquantina che giovedì scorso aveva opposto alla proposta di transazione del sindaco una controproposta più onerosa, non hanno ancora trovato un accordo sulle modalità e l’entità del maxi risarcimento decretato dalla sentenza di primo grado di marzo scorso.
 
Un incontro venerdì, un altro domenica, pare non siano bastati a ridurre le distanze tra le due posizioni e l’appuntamento di questa mattina potrebbe servire ad annunciare la soluzione estrema o a lanciare l’ultimatum definitivo.
Ufficialmente, quindi, l’amministrazione incontrerà la stampa per “importanti aggiornamenti sulla proposta di transazione con i famigliari delle vittime del crollo di viale Verdi e sul piano di riequilibrio finanziario”. Si parla ancora di predissesto, apparentemente, ma se le voci circolanti dovessero trovare conferma la strada imboccata sarebbe differente.
Come si ricorderà, il comune si era impegnato a pagare alle parti la sorte capitale, scontata di interessi e rivalutazione, più le spese liquidate e i costi di registrazione, escludendo dal calcolo l’importo che ogni parte riceverà dalla liquidazione dell’eredità Semeraro: 11,9 milioni di euro, circa il 60% del totale previsto dalla sentenza, proposta che sta arrivando proprio in questi giorni nelle case degli eredi, tramite lettera ufficiale.
La controproposta di una parte dei famigliari, invece, prevedeva l’aggiunta del 50% degli interessi maturati, sfiorando il 75% del totale.
Il sindaco non ha potuto accogliere la controproposta per ragioni di natura giuridico-economica: l’accettazione di una transazione comprendente il pagamento anche solo di una parte degli interessi, infatti, lo avrebbe esposto a censure da parte della Corte di Conti. Tutte le altre condizioni poste nella controproposta, infatti, non hanno creato particolari preoccupazioni al primo cittadino, che come detto ha solo mostrato esitazione sugli interessi e su un altro dettaglio, il pagamento del 10% dell’ammontare alla firma della transazione: impossibile, a bilancio non approvato.
Ci sono state aperture reciproche sulle due versioni della transazione, insomma, ma non sufficienti a sbloccare la situazione. Tanto che anche il fronte dei famigliari pare non sia più compatto. Probabile, quindi, che il sindaco si insinui in questa spaccatura per opporre agli scettici lo spauracchio del dissesto: o si va a transazione, si ipotizza, o la dichiarazione arriverà nella settimana santa.
Tra l’altro, pare sia crollato anche il totem dell’universalità: se non si dovesse raggiungere il 100% delle adesioni alla transazione (e non si raggiungerà mai, esistendo circa 5 parti fermamente decise a proseguire la battaglia legale), l’accordo si stringerà con chi c’è. È ovvio che più parti aderiranno, meglio sarà, ma l’amministrazione è ormai intenzionata a non precludersi alcuna strada.
 
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