Disertore in tempo di pace. Un appuntato scelto dei carabinieri dovrà risarcire l'Arma e il ministero della Difesa per essersi assentato dal lavoro senza valido motivo da febbraio a maggio del 2017, periodo durante il quale alla caserma dei carabinieri di Taranto – dove A.D. prestava servizio – lo hanno visto poco e niente. Per questo la Procura militare del tribunale militare di Napoli lo ha accusato di diserzione aggravata, simulazione aggravata di infermità e truffa militare pluriaggravata e continuata.
I fatti e la sentenza
Il militare, all'epoca dei fatti 46enne, avrebbe indotto in errore i propri superiori – come hanno confermato i giudici in primo grado e in Appello - «con artifici e raggiri relativi al suo effettivo stato di salute e rappresentando un impedimento di carattere sanitario in realtà insussistente, in tal guisa continuando a percepire indebitamente i relativi stipendi, anche nel periodo di assenza dal servizio».
Il tribunale militare ha assolto l'appuntato soltanto dal reato di diserzione, condannandolo a otto mesi di reclusione per la simulazione di infermità e la truffa pluriaggravata ai danni della Difesa, che lo ha sospeso per sei mesi.
Ora i giudici della Corte dei Conti di Puglia, regione dove il militare prestava servizio, hanno quantificato il risarcimento che l'appuntato dovrà pagare all'Arma e al ministero, ovvero 6.074 euro più rivalutazione e interessi, come richiesto dal sostituto procuratore Marcella Papa.