Lotta ai tumori, all'ospedale Moscati la terapia che fa leva sul sistema immunitario: primi risultati positivi

Lotta ai tumori, all'ospedale Moscati la terapia che fa leva sul sistema immunitario: primi risultati positivi
di Paola CASELLA
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Lunedì 19 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:03

L’ospedale “Moscati” si attesta sempre di più come Polo oncologico di eccellenza. La struttura sanitaria - che si sta qualificando come ospedale specializzato nelle malattie oncologiche relativamente ai tumori solidi ed ai tumori del sangue - fa parte della Rete oncologica pugliese come hub del Polo jonico-adriatico, diretto dal professor Salvatore Pisconti. L’Ematologia fa parte della Rete ematologica pugliese. Nei giorni scorsi è stato praticato con successo nella struttura complessa di Ematologia del “Moscati” su una paziente di 46 anni proveniente da Bari il primo trattamento con cellule Car-T in Puglia.

La cura

Il team che ha praticato questa terapia è stato coordinato dal dottor Alessandro Maggi, responsabile pro tempore dell’Ematologia.
«Questa paziente - ha detto il dottor Maggi - è stata inviata al “Moscati” dal professor Pellegrino Musto, direttore di Ematologia del Policlinico di Bari, il quale si è tenuto costantemente in contatto con noi durante tutto il ricovero della paziente».

L’Ematologia di Taranto è il primo centro in Puglia autorizzato alla somministrazione di questa terapia e questo è il primo caso. «Alla buona riuscita del trattamento - ha proseguito il professionista - ha collaborato tutto lo staff medico ed infermieristico dell’Ematologia del “Moscati” ed in particolare le dottoresse Claudia Ingrosso, Lara Aprile e Stefania Zucano. Ematologia ha ottenuto l’accreditamento grazie alla lunga esperienza nei trapianti iniziati dai dottori Patrizio Mazza e Giovanni Pisapia». 


Il dottor Maggi ha poi spiegato che questa procedura rappresenta l’evoluzione di un sogno coltivato da tanto tempo tra gli oncologi e gli ematologi, cioè quello di sfruttare contro i tumori il sistema immunitario del paziente: «Le Car-T richiedono una complessa preparazione che ha inizio con il prelievo di linfociti del paziente, che vengono separati dal resto degli elementi del sangue attraverso una procedura chiamata aferesi che avviene presso il Centro trasfusionale di Taranto. I linfociti così raccolti vengono poi inviati ai laboratori in cui si svolge un processo detto di “ingegnerizzazione” attraverso il quale viene inserito nei linfociti il recettore Car (Chimeric Antigenico Receptor) capace di riconoscere le cellule tumorali: i linfociti Car-T così ottenuti esprimono in superficie un recettore che individua l’antigene Cd 19, proteina caratteristica delle cellule del linfoma. I linfociti così vengono trasformati in una sorta di killer delle cellule tumorali che hanno in superficie un bersaglio specifico. I linfociti così ingegnerizzati vengono rispediti al laboratorio di Ematologia ed adeguatamente conservati nel Centro di Crioconservazione ad opere delle biologhe dello stesso laboratorio. I linfociti Car-T vengono, infine, reinfusi nel paziente che è stato precedentemente immunodepresso attraverso idonea terapia per favorire l’espansione e l’azione antitumorale delle Car-T».

Gli effetti


L’ingegnerizzazione avviene negli Stati Uniti, ma anche l’Italia, e in particolare la Puglia, si sta attrezzando per avviare questa procedura che, al momento, è qui approvata per il trattamento dei linfomi non Hodgkin a grandi cellule recidivati refrattari e della leucemia linfoblastica acuta. «Non si tratta - ha detto il dottor Alessandro Maggi - di una terapia da utilizzare come prima linea, è approvata, infatti, per pazienti resistenti alle terapie convenzionali che non hanno altre speranze di trattamento». Possibili alcuni effetti collaterali, la cui gestione richiede la collaborazione di un team multidisciplinare di cui fanno parte i reparti di Ematologia, Rianimazione, Neurologia e Malattie infettive. «Scoprire - ha commentato il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci - che quell’ospedale sia un’avanguardia nazionale nell’applicazione di alcune cure anti-tumori, come la terapia Car-T, ci riempie di orgoglio e ci indica la strada da seguire». Per il primo cittadino, infine, «qui abbiamo intelligenze, competenze, prospettive, che non aspettano altro se non essere riconosciute e sostenute». 

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