Cannavacciuolo show al Borgo e nell'Isola

Cannavacciuolo show al Borgo e nell'Isola
di Claudio FRASCELLA
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Lunedì 22 Febbraio 2016, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:15

Una città presa per la gola e un inatteso exploit di gradimento fra i giovanissimi. Da mercoledì a domenica, Antonino Cannavacciuolo, la rockstar dei fornelli ha registrato a Taranto una delle prossime puntate di “Cucine da incubo” (Deejay Tv e Real Time, in chiaro). Il locale che domenica sera ha cambiato corso alla sua storia, è il ristorante “Le due fontane” di via Berardi (già “Ritrovo dei Vip”). Felici di questo nuovo corso, il titolare Mimmo Pastore assieme ai suoi due figli, Lele, il cuoco, e Ciccio, il direttore di sala. Con loro, gli inseparabili del personale, Donato (per tutti “Bombolo”) e Giovanni.In cinque giorni accade di tutto. Qualche politico prova a farsi raccomandare per averlo a pranzo o a cena, ma incassa picche. «Grazie per l’invito», fa sapere il masterchef attraverso la sua bodyguard, «ma siamo qui per lavoro». Insomma, il «Come se avessi accettato…» funziona. Diverso l’approccio con la gente nei pochi momenti di pausa. Cannavacciuolo si presta a uno, dieci, cento selfie. Circola come e meglio di Vasco in poche ore.

Fra i suoi maggiori fans, i giovanissimi. Studenti che sfidano il freddo del sabato sera e replicano l’attesa la domenica mattina, fino a mezzogiorno. Quando lo chef più amato d’Italia, accompagnato nella sua Volvo di colore nero, come la sua barba, arriva al ristorante di via Berardi. Da giorni è quello il suo quartier generale, impegnato nelle riprese e a seguire il lavoro di Lele, il suo giovane allievo.
Cannavacciuolo con il suo staff non mette mani solo in cucina e al nome del locale. Ribalta tutto, cambia anche l’arredamento. «Questo non mi piace, questo sì…» e gli arredatori prendono appunti e, ininterrottamente, lavorano nelle successive ventiquattro ore. Da tavoli e sedie di colore marrone, colore dominante prima dell’intervento, ora pareti, tavoli, sedie e complementi d’arredo sono verde-mare. Più in sintonia con la storia di una città che di mari ne ha due. Due, come le fontane in mezzo alle quali il locale è situato: quella dei Due delfini di piazza Immacolata, e la Rosa dei Venti di piazza Ebalia.
Una quarantina in tutto, regista, operatori per riprese interne ed esterne, arredatori. Per cinque giorni invadono professionalmente il centro cittadino, il Borgo. Poi con il boss Cannavacciuolo si trasferiscono in Città vecchia, fra i vicoli e in via Garibaldi, dove attraccano le imbarcazioni con il pescato. Antonino è scaltro, i pescatori devono convincerlo con argomentazioni serie, diversamente quel pesce resta nelle cassette di polistirolo. «Certamente non finisce sulla tavola del “mio” ristorante».
Riprese interne. Cannavacciuolo provoca la reazione del cuoco e del personale de “Le due fontane”. E’ pura tecnica televisiva, lo spettatore deve restare incollato alla tv (Deejay, canale 9, in chiaro). Così Antonino scuote i protagonisti di “Cucine da incubo”.
Riprese esterne. Lo chef ha un guizzo. Padre, Mimmo, e figli, Lele e Ciccio, devono pensare allo stesso modo. Devono essere una testa sola, allora con una rete da pesca li avvolge tutti e tre insieme. Li costringe a muoversi in sintonia. Anche quando pensano per il bene del “nuovo” locale dovranno fare lo stesso.
« Cannavacciuolo, straordinario – dice Mimmo Pastore, quarantanove anni, titolare delle “Due fontane” – dal punto di vista umano, uno di noi, poi quando si accende la telecamera di colpo tira fuori il carisma, e il rapporto cambia spontaneamente, ospitare la troupe del programma “Cucine da incubo” è stata una bella esperienza, ci rivedremo a breve per registrare insieme i passi in avanti compiuti dal locale dopo le indicazioni del masterchef».
Domenica sera il ciak televisivo per la trasmissione in onda prossimamente su Deejay Tv e Real Time. Antipasto: polpo, crema di fave, cicoria saltata in padella con peperoncino fresco; fra i “primi”: ravioli ripieni con burrata, pomodori affumicati e crema di melanzane; “secondo”: filetto al branzino, crema di vongole con broccoli “saltati”; dolce: panna cotta allo zafferano con marmellata di lampone. “Cucine da incubo” è servita.

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