Cancro al fegato, la cura rivoluzionaria su una paziente di 42 anni

Cancro al fegato, la cura rivoluzionaria su una paziente di 42 anni
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Giovedì 19 Dicembre 2019, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 17:14
A Taranto una cura innovativa per i tumori. È stata provata per la prima volta in Puglia, su una donna di 42 anni, una nuova metodologia per la cura di carcinomi neuroendocrini. Al Santissima Annunziata una paziente di 42 anni della provincia di Taranto, affetta da tumore al fegato con metastasi, è stata sottoposta nei giorni scorsi a una innovativa metodica di cura presso l’Unità Complessa di Medicina Nucleare.

Si tratta della prima paziente in Puglia sottoposta a questo trattamento con un radiofarmaco disponibile in regione solo da maggio scorso e somministrabile solo in alcuni centri regionali (per ora Taranto e Barletta). La metodica si chiama Radioterapia metabolica (PRRT Peptide Radio Receptorial Therapy) e può essere effettuata a pazienti con carcinomi neuroendocrini gastro-entero-pancreatici (NET-GEP) ben differenziati (G1 e G2) progressivi, non asportabili o metastatici, positivi ai recettori della somatostatina.

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I carcinomi neuroendocrini sono dei tumori ubiquitari, la cui incidenza è 0,4-0,9% del totale e che nel 60% dei casi si sviluppano in sede gastro-enterico-pancreatico: è stimato che in Puglia le persone interessate da questo ultimo tipo di patologia sono circa 50/60 all’anno e ora potranno avere una metodica innovativa per affrontare la malattia. Questo tipo di cura finora era possibile in Italia solo nei centri pilota di Reggio Emilia e Meldola (FC).

Il trattamento è indicato a pazienti adulti che presentano metastasi e già sottoposti a terapia con altri farmaci che però non sono riusciti a bloccare la progressione della malattia; il radiofarmaco utilizzato (Lutezio 177LU) si lega ai recettori della somatostatina ed è in grado di determinare la lisi o morte delle cellule tumorali, viene somministrato in 4 cicli a distanza di 8 settimane in ricovero protetto (in stanze schermate) della durata di un paio di giorni. Ogni ciclo è preceduto da esami diagnostici per valutare le condizioni del paziente e seguito da una scintigrafia per verificare il legame del radiofarmaco nelle sedi della malattia. Pur non avendo controindicazioni, è importante che i pazienti sottoposti a questo trattamento si idratino abbondantemente nei giorni successivi al trattamento per eliminare la radioattività del farmaco.
 
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