Competenze divise e burocrazia. Tutti gli ostacoli delle bonifiche per Taranto

La visita della commissione ieri in prefettura
La visita della commissione ieri in prefettura
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 14 Luglio 2022, 05:00

Ritardi della burocrazia. Frammentazione delle competenze. Riprogrammazione dei fondi del Cis, relativamente a Mar Piccolo e area Pip di Statte, ancora da concretizzare. Ed uno dei commissari, il prefetto di Taranto Demetrio Martino, che da oltre un mese ha cominciato il secondo mandato su proroga del Governo ma non ha ancora una struttura tecnica a supporto. A dieci anni (luglio 2012) dal sequestro degli impianti ex Ilva e a dieci anni (ottobre 2012) della legge che ha istituito la figura del commissario di Governo per la bonifica dell’area di Taranto, la strada del disinquinamento rimane lastricata di ostacoli. Ma soprattutto in gran parte da percorrere. Lo ha «fotografato» la commissione bicamerale Ecomafie, ieri al suo secondo giorno di lavori a Taranto tra sopralluoghi e audizioni (sentiti in Prefettura il procuratore capo Eugenia Pontassuglia col sostituto Mariano Buccoliero, l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, con l’assessore comunale all’Ambiente, Laura Di Santo). 

Le dichiarazioni


«La situazione è molto complessa - riassume il presidente della commissione Stefano Vignaroli -. In tutti i siti che abbiamo avuto modo di vedere, c’è qualcosa che non quadra, che non va, e che dobbiamo approfondire». A Taranto, osserva Vignaroli, «ci sono diversi commissari, diverse competenze, e questo sicuramente non aiuta. Il contributo che possiamo dare, è cercare di aumentare il dialogo tra l’attuale commissario, il prefetto di Taranto, e la commissaria precedente. Ci siamo già accordati - annuncia Vignaroli - che ci metteremo attorno ad un tavolo per verificare alcune cose, in particolare il passaggio di consegne su alcuni dati». La frammentazione delle competenze in materia di bonifica, aggiunge, «ci lascia molto perplessi. Non abbiamo un potere di semplificare, ma segnaleremo questo problema al Governo e cerchiamo di fare in modo che le frizioni e le problematiche vengano risolte nel migliore modo possibile. Anche cambiare un commissario è un problema, perché si ricomincia daccapo».
Per completare la bonifica della discarica Cemerad, dove c’è ancora una parte di rifiuti radioattivi, «ci sono i soldi per rimuovere gli ultimi fusti - conferma Vignaroli -. Sono dieci milioni di euro ma c’è un problema di circuito finanziario e su questo, non appena torneremo a Roma, parlerò direttamente col Governo per fare in modo che questo imprevisto burocratico venga risolto e finiamo la rimozione, anche perché il capannone sta in condizioni precarie».

Le aree Ilva

A proposito delle aree affidate a Ilva in amministrazione straordinaria (stamattina la commissione vedrà i siti di competenza di Acciaierie d’Italia), Vignaroli dichiara che «abbiamo avuto alcune perplessità sulla discarica Cementir che è da bonificare.

Le perplessità riguardano un determinato tipo di intervento ed ora con Arpa ci invieranno ulteriore documentazione. Abbiamo visto con piacere che un’altra discarica, Due Mari, è stata bonificata, ma c’è un problema di corrente elettrica per garantire l’irrigazione e il pescaggio del percolato. Contatteremo Enel, visto che non sta garantendo l’allaccio alla corrente, per sbloccare la situazione».

Il deputato tarantino 


«Credo che la commissione si stia rendendo conto di cosa c’è qui a Taranto. La situazione è abbastanza allarmante perché ad oggi nessuno sa l’esatto livello di contaminazione nei vari luoghi - spiega Giovanni Vianello, componente della bicamerale -. Ci sono vari procedimenti in corso ma anche competenze divise su più soggetti che creano una frammentazione ed un difficile raccordo. Tutto quello che è stato fatto, i vari decreti dal sequestro in poi, non ha avuto una logica continua. Si è creata una grandissima confusione che ha rallentato gli interventi. Senza trascurare che un nuovo commissario o un nuovo soggetto gestore che arriva, ha delle nuove idee da portare avanti, magari rispetto ad un lavoro fatto precedentemente, e quindi si perde ulteriore tempo». Per Vianello, «ci sono molti punti non chiari che la commissione approfondirà da qui alla fine della legislatura. Sono punti notevoli sulle bonifiche. Esempio: la zona Pip di Statte. Era una zona privata che lo Stato sta pagando con soldi pubblici per la bonifica. È una cava che per 40 anni è stata una discarica. Negli anni ‘90 ha smesso di funzionare, poi nel 2000 è diventata, non si sa come, zona Pip senza che sia stata bonificata». «Inoltre, le caratterizzazioni sono ancora in corso, quindi come ha fatto il Governo a togliere 150 milioni di euro se non sappiamo se le zone sono pericolose o no, perché in base a questo cambieranno anche i costi delle bonifiche» rileva Vianello a proposito dello spostamento di risorse dal patrimonio destinato per le bonifiche alla decarbonizzazione degli impianti Ilva.

Le altre audizioni 


Per la bonifica «noi, per alcune situazioni, abbiamo una competenza sulle autorizzazioni. Ma non ci sono procedimenti che giacciono in Regione. C’è un dialogo costante col Comune e con gli altri enti, l’attenzione è massima» rileva l’assessore regionale Maraschio. «Stiamo lavorando col prefetto nella sua veste di commissario - afferma infine il sindaco Melucci - e abbiamo un tavolo Cis tra fine agosto e inizio settembre». 

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