Branco di cinghiali bloccato nel canale: tutti salvi, ma gli agricoltori contano i danni

Branco di cinghiali bloccato nel canale: tutti salvi, ma gli agricoltori contano i danni
di Nicola NATALE
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Lunedì 31 Agosto 2020, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 10:01

E' ancora allarme cinghiali nelle campagne del ginosino, finiti anche in uno dei canali del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. Il branco di una ventina di esemplari è stato poi tratto in salvo da un intervento congiunto di vigili del fuoco, carabinieri, personale Asl e dello stesso consorzio, nonché dell'associazione Era ambiente Nita. Con una ruspa si è accumulata terra nel canale costruendo una sorta di piattaforma grazie alla quale i cinghiali hanno potuto guadagnare il terreno, dileguandosi nelle campagne.
 



L'episodio ha generato un dibattito vivace tra quanti hanno sottolineato la civiltà del gesto e quanti hanno obiettato che si è consentito una sorta di andate e moltiplicatevi il più possibile. Una donna in particolare ha lamentato danni alla sua auto all'ingresso di Marina di Ginosa, chiedendo a chi rivolgersi per ottenere risarcimenti. Episodio ripetutosi qualche tempo fa ai danni di un altro automobilista che percorreva la statale 106, anche qui con pericolose deviazioni e danni all'auto. A intervenire sull'accaduto anche, e per l'ennesima volta, la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che lamenta danni ingenti nei campi.
«I cinghiali continuano a scorrazzare lungo i canali e nelle aziende agricole, aggravando una situazione già estremamente difficile» denunciano Vito Rubino e Pietro De Padova, direttore e presidente dell'organizzazione di categoria. Secondo i quali il fenomeno si è acuito durante il lockdown che ha consentito alla fauna di moltiplicarsi più rapidamente e una quasi assoluta libertà di girovagare per strade e terreni. Una condizione che ha fatto esultare per il ritorno della natura, ma che non ha tenuto conto che viviamo e ci alimentiamo grazie ad un ambiente profondamente modificato dalle attività agricole ed urbane. A documentare la serietà dell'appello non solo i tanti scempi e razzie alle colture, ma anche un video che mostra un branco nuotare nel canale adduttore del consorzio di bonifica in agro di Ginosa. La Cia, quindi, chiede di contrastare l'emergenza.

«Sono necessarie - proseguono Rubino e De Padova - misure urgenti». Secondo Cia Due Mari anche «il canale di 35 chilometri a cielo aperto che scorre da Ginosa a Palagianello deve essere coperto quanto prima, non solo per scongiurare i rischi conseguenti, ma anche per evitare le perdite di acqua oltre all' evaporazione». Si tratta, sostengono, di una condotta che è stata realizzata ben oltre cinquant'anni fa e tuttora è scarsamente manutenuta.
La soluzione potrebbe però essere leggermente più complessa della semplice riapertura del prelievo venatorio. E già le associazioni della cabina di regia unitaria del mondo venatorio avevano richiesto, a fine luglio scorso una rivisitazione dei regolamenti per la caccia collettiva al cinghiale ed alla volpe. In proposito va detto che proprio la caccia agli individui di grossa taglia ha provocato l'esplosione demografica delle popolazioni di cinghiali.

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