Borse di studio per i figli degli operai Ilva: paga Biagio Antonacci

Il concerto di Biagio Antonacci a Taranto nel 2012
Il concerto di Biagio Antonacci a Taranto nel 2012
di Alessio PIGNATELLI
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Venerdì 17 Giugno 2016, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 15:27
Sette borse di studio universitarie dal valore di 30mila euro per i figli o gli orfani di dipendenti dell’Ilva in difficoltà economiche. Il nobile gesto è di uno degli artisti più amati dal grande pubblico, Biagio Antonacci.
Il cantante milanese è stato di parola e ha mantenuto fede ai suoi impegni. La sua vicinanza al capoluogo jonico è datata e dalle parole è passato ai fatti: cachet devoluto all’Università per gli studenti tarantini.
Era il dicembre 2012, piena bufera Ilva scoppiata qualche mese prima. Antonacci salì sul palco del Palamazzola e infiammò il pubblico tarantino con i suoi pezzi più famosi. Ma non si limitò ad acuti e falsetti.
La sua premessa fu pubblica: «Essendo molto legato alla terra di Puglia, la regione dalla quale in parte provengono le mie origini, per giorni e giorni ho pensato a lungo se fosse stato giusto suonare, cantare e fare spettacolo in occasione del concerto che terrò a Taranto, una città con una popolazione così fortemente colpita dalla vicenda dell’Ilva».
 
Decise di «intervenire direttamente al fine di dare un contributo reale e concreto» e di devolvere «un importo pari al compenso spettante alla mia persona, quale corrispettivo per la mia prestazione artistica del concerto che terrò a Taranto, affinché possa servire realmente ad aiutare, almeno in parte, coloro che da questa vicenda vivono attualmente grosse difficoltà».
Detto, fatto. Il Senato accademico ha certificato tutto ieri mattina a Bari.
Il Rettore ha aperto il dibattito sulla relazione predisposta dal Dipartimento per gli studenti e la formazione post laurea: «L’Ufficio riferisce che il dottor Graziano Antonacci per conto del fratello, l’artista Biagio Antonacci, ha manifestato con una lettera d’intenti la volontà di voler devolvere l'importo corrisposto all’artista, quale compenso per un suo concerto tenutosi a Taranto nel dicembre 2012, a questa Università al fine di finanziare delle borse di studio a sostegno per tutto il loro percorso universitario di studenti, figli o orfani di dipendenti dell’Ilva di Taranto in difficoltà economiche che si immatricoleranno il prossimo anno accademico».
Tutto protocollato e ufficiale da ieri. L’ammontare complessivo del finanziamento è di 30mila euro e si è concordato di istituire sette borse di studio intitolate alla memoria di Paolo Antonacci, padre dell’artista scomparso due anni fa dopo una grave malattia. Proprio il papà di Biagio e Graziano era originario di Ruvo di Puglia.
Le sette borse di studio copriranno l’intero percorso formativo di altrettanti studenti, figli di dipendenti dell’Ilva di Taranto che versano in grave disagio economico o orfani di operai deceduti per cause legate strettamente al lavoro svolto presso l’impianto siderurgico.
Le borse di studio verranno assegnate con procedimento concorsuale pubblico, per titoli, a partire dal prossimo anno accademico e l’ufficio deputato ha provveduto a predisporre già un bando di concorso.
«La colpa è di chi ha gestito e di chi ha visto queste tragedie e non le ha mai denunciate perché tutti sapevano quello che accadeva a Taranto e tutti stavano zitti. Perché l’interesse era troppo alto. Gli operai e i figli: ci rimettono sempre le persone per bene in Italia. Sempre. L’Italia è così: più male fai e meno paghi. E adesso è ora di liberarsi».
Sono passati quasi quattro anni da queste parole scandite da Antonacci sul palco. Era l’8 dicembre 2012. Pronunciò quel grido con sincero amore e la dimostrazione è arrivata puntualmente. Subito dopo, attaccò con una canzone.
Si intitola “Liberatemi” e a Taranto echeggiava questo sintomatico ritornello: «Bisogna dire la verità, nessuno dice la verità, ho una gran voglia di vivere, desiderare, decidere. Mi hanno rubato la libertà, è a pochi metri la libertà: sono innocente è un equivoco, fatemi uscire da qui».
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