Black out nell'ex Ilva, Arpa in fabbrica: registrato un picco di benzene

Black out nell'ex Ilva, Arpa in fabbrica: registrato un picco di benzene
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Domenica 20 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:13

Sull'ex Ilva il futuro continua ad apparire carico di nubi. Mentre si attende il verdetti del Consiglio di Stato sull'ordinanza del sindaco Melucci che chiede lo spegnimento dell'area a caldo, nella fabbrica le cose non vanno bene. I tecnici di Arpa Puglia, l’Agenzia per l’ambiente della Regione Puglia, hanno effettuato ieri mattina un sopralluogo all’interno dello stabilimento dopo quanto avvenuto nella serata di venerdì, cioè fumi e fiamme dagli impianti siderurgici con un forte odore di gas. 

Il sopralluogo

I rappresentanti di Acciaierie d’Italia avrebbero spiegato ad Arpa Puglia che probabilmente a causa della rottura di una pompa di raffreddamento degli impianti, c’è stato un black out da parte del fornitore di energia, che per la fabbrica è la società Taranto Energia che fa capo alla stessa Acciaierie d’Italia. Il fenomeno, oggetto di moltissime proteste sui social, corredate anche da foto e video, è durato circa un’ora e mezzo e avrebbe determinato - dalle prime verifiche condotte da Arpa Puglia - un innalzamento del picco del benzene.
Fonti vicine ad Arpa Puglia evidenziano però che si tratta di un picco mentre il benzene si misura su una media annuale, e quindi quanto avvenuto ieri sera, non si può contestare normativamente anche perché le procedure di emergenza e i sistemi di sicurezza consentono all’azienda, a fronte di situazioni specifiche, di poter ricorrere a manovre di emergenza. Le fiamme che venerdì sera sino a tardi sono state viste dalla città, sono derivate dall’apertura dei blender degli impianti. Oltre al picco del benzene, si sarebbe anche verificato - in base ai primi accertamenti Arpa Puglia - anche un innalzamento del monossido di carbonio, ma questo, non essendo normato, riguarda più l’esposizione dei lavoratori che la qualità dell’aria. 
Infine, dai primi controlli Arpa sarebbe emerso che quando dallo stabilimento siderurgico si è propagato il fenomeno emissivo, il vento che soffiava in quel momento ha in parte tenuto lo stesso fenomeno circoscritto all’area dello stabilimento.

Solo in seguito ci sarebbe stato uno spostamento verso la città. Venerdì sera, in una scarna comunicazione, Acciaierie d’Italia aveva parlato di rallentamento di produzione dichiarando che non si era verificata alcuna conseguenza. 

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