«Ciao sindaco, ho 8 anni, come si chiude l’Ilva?». E Melucci gli risponde

Il sindaco Rinaldo Melucci mentre risponde al piccolo Andrea
Il sindaco Rinaldo Melucci mentre risponde al piccolo Andrea
di Nicola SAMMALI
5 Minuti di Lettura
Martedì 3 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 05:47

 «Ciao sindaco, sono Andrea. Vieni a parlare con me di come possiamo chiudere l’Ilva».
Andrea, 8 anni, il più piccolo tra gli attivisti dell’associazione “Genitori tarantini”, sempre presente alle manifestazioni per la salute e l’ambiente, ha scritto di suo pugno una lettera indirizzata al primo cittadino Rinaldo Melucci, per rivolgergli un appello. 

L'appello

«La mamma - scrive Andrea - mi ha detto che tu sei il capo di tutta la città. Ti voglio chiedere un favore. Mi puoi aiutare?». Le parole sono semplici e pure, come quelle dei bambini. Andrea è uno degli otto bambini nel mondo (unico caso in Italia) affetti da una rarissima mutazione del gene sox4. Tutti questi bambini vivono in luoghi dove impatta la produzione industriale. «Il pomeriggio vado in piazza con il monopattino, se vieni, possiamo parlare come chiudere l’Ilva?». Firmato Andrea. La sua mamma, Simona Peluso, ha consegnato questa lettera all’associazione “Genitori tarantini”, chiedendo di inviarla al sindaco. In queste poche righe c’è tutto il coraggio di un bambino che nonostante la malattia e le conseguenze sul suo piccolo corpo, riesce a essere altruista e pensare al bene comune.

La storia

A raccontare la storia di Andrea è la mamma Simona, che ha anche aperto una pagina Facebook - Io, Il biondo e l’ospite sox4 - per entrare in contatto con le famiglie di altri bambini che come suo figlio vivono le stesse difficoltà. Andrea è nato alla 35esima settimana con un cesareo d’urgenza, per un arresto della crescita fetale. Alla nascita presentava una malformazione cardiaca e tratti somatici che facevano pensare a un quadro sindromico. Col tempo è stata riscontrata grave ipotonia del corpo, strabismo e ipovisione, ritardo mentale, disfagia, ulcere esofagee, dismotilità intestinale, incontinenza, epilessia, piedi piatti pronati e valghi. Ha dei cateteri per svuotare la vescica. Dopo un lungo calvario, grazie al progetto orfani di diagnosi, tramite il Sant’Orsola di Bologna, ha eseguito la scansione del genoma e dell’esoma presso l’ospedale di Seattle. «Era il 2016. I risultati li abbiamo ricevuti due anni dopo, nel 2018. Era - spiega la mamma - una “non-diagnosi” di mutazione de novo gene sox4. Non c’era nulla in letteratura medica su questa malattia. Questo gene regola quasi tutto il corpo: la formazione dello scheletro, la crescita del cervello, del cuore, dei reni. Era come una bambola di porcellana». Sono tutti esami molto costosi, ma attraverso il Sant’Orsola sono riusciti a fare questi prelievi in maniera gratuita. Più volte all’anno Andrea si reca a Bologna per gli accertamenti, in day hospital, benché ciò che è possibile fare è tenere sotto controllo soltanto le patologie scatenate dal cattivo funzionamento del gene, che fa di Andrea un bambino speciale. Ama i supereroi e indossa la mascherina di spiderman, va in monopattino quando con i genitori scende a giocare in piazza.

Ha cominciato a camminare quando aveva tre anni, «anche se camminare è un parolone», chiosa Simona. È seguito in pediatria specialistica e genetica all’ospedale Sant’Orsola, nel reparto malattie rare, anche se per controllare l’epilessia deve raggiungere l’ospedale di Matera. «Purtroppo a Taranto non siamo seguiti allo stesso modo». La lettera al sindaco è nata da una casualità, «voleva sapere chi è che comanda in città, perché voleva parlargli. Andrea è un bambino simpatico, solare, è un tifoso interista in una famiglia di juventini», scherza Simona. Andrea ha partecipato anche all’ultimo sit-in sotto la Prefettura, qualche settimana fa, sempre per le questioni legate all’inquinamento. «Un tema di cui parlano molto in classe», spiega Simona, «tanto che i compagni hanno anche preparato un cartello che abbiamo portato a Roma». Nonostante tutto, scrive Andrea, «sono un bambino super felice». E adesso aspetta una risposta dal «capo».

La risposta

Il sindaco Rinaldo Melucci ha subito risposto alla lettera con la quale il piccolo Andrea lo aveva invitato a chiudere il siderurgico. «Caro Andrea, ho provato a chiudere la parte più inquinante della fabbrica, ma non ci sono riuscito. Ma continueremo a provarci».
Il primo cittadino, infatti, ha affidato ad alcune righe, scritte di proprio pugno, la sua posizione sulla grande fabbrica dell’acciaio, raccogliendo l’invito del piccolo ad incontrarlo in piazza per parlare del problema inquinamento. Ed ha ricordato tra le righe anche la battaglia portata avanti dinanzi ai giudici amministrativi per ottenere la chiusura degli impianti inquinanti del colosso siderurgico situato proprio alla periferia della città e a ridosso del centro abitato, in particolare del quartiere Tamburi. 
«Caro Andrea - scrive il primo cittadino - innanzi tutto grazie per la tua lettera. Come sai l’Ilva è un problema antico e tanto grande. Io sono sindaco da quattro anni e in ognuno di questi anni ho tentato di affrontarlo al massimo delle mie energie e delle possibilità del Comune di Taranto. Sono arrivato anche a richiedere la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento, quella che inquina di più, ma non ci sono riuscito. Se restiamo insieme continueremo a provarci, è una promessa e questa battaglia è anche per te e tutti i bimbi di Taranto. Nei prossimi giorni ti raggiungo senz’altro in piazza e ne parliamo, mentre scorrazzi col tuo monopattino. Tvb». 
Insomma Rinaldo Melucci, che nella risposta al piccolo Andrea si firma soltanto con il nome, non si tira indietro e raccoglie l’invito ad incontrare il bambino proprio in piazza, come aveva chiesto lo stesso piccolo tarantino. Ora non resta che attendere il giorno in cui Andrea avrà la possibilità di incontrare e di confrontarsi con il sindaco. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA