Benedetta Pilato, la favola di Puglia: «Come le donne di Taranto, non mi arrendo mai»

Benedetta Pilato, la favola di Puglia: «Come le donne di Taranto, non mi arrendo mai»
di Francesca CIURA
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Martedì 31 Dicembre 2019, 10:09
Talento puro e straordinarie capacità tecniche, fisiche e mentali: la bellezza dello sport. È lei, Benedetta Pilato, la tarantina dell'anno (e chissà per quanti altri anni ancora): col suo nuoto, la sua forte e spiccata personalità, seppur giovanissima ha stupito il mondo. Ma guai a chiederle cosa si aspetta dal futuro. La risposta resta sempre la stessa che ripete come un mantra: «Col nuoto voglio solo divertirmi».

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Se ne deduce quindi che se il suo piacere è collezionare un primato dietro l'altro, il futuro, a meno che non decida di dedicarsi ad altro, non potrà che essere luminosissimo. Pluricampionessa a soli 14 anni, Benedetta incarna l'esplosività della gioventù, come dimostra quel modo elegante ma aggressivo di affrontare l'acqua nuotando a rana con la cattiveria di uno squalo, ma anche le fragilità di una quattordicenne e tutte le contraddizioni, i dubbi esistenziali talvolta tipici di un adolescente. Ma col nuoto tutto quello che resta fuori dall'acqua, scompare: le sue qualità fisiche e tecniche unite ad una preparazione mentale tipiche di una veterana fanno di lei indiscutibilmente un'atleta di altissima qualità.

«Occorrerà tempo dice il tecnico Vito D'Onghia per poter forgiare in tutti i sensi Benedetta. Al momento lei vive il nuoto davvero come un'evasione, puro divertimento, una sorta di stato di grazia, una comfort zone dove trovare ed affermare se stessa pur essendo consapevole del proprio valore. È chiaro che per assicurarle la crescita migliore sia sotto il profilo atletico sia sotto quello mentale servirà del tempo. In questo siamo tutti d'accordo, in primis la famiglia, io e tutto lo staff tecnico, medico e societario».

Benny c'è poco da fare, da fenomeno qual è, ha conquistato tutti. «Tutto è iniziato racconta D'Onghia - nel 2018 quando, il 1 dicembre, Benedetta conquistò con un tempo di 3032 la medaglia d'argento sui 50 rana ai campionati italiani open di Riccione in vasca corta. Ma è con il record ottenuto al torneo Sette Colli di Roma che il suo nome ha iniziato a circolare nell'èlite del nuoto nazionale». Da quel momento in poi la famiglia Pilato all'improvviso si è ritrovata catapultata dall'assoluto anonimato, al centro delle attenzioni dei propri concittadini, dei media nazionali ed esteri. Gestire la popolarità della piccola figliola da un lato e garantire la privacy non era facile.

Su un aspetto i Pilato non hanno mai ceduto, prestare il fianco alla popolarità. «Garantire - dice D'Onghia - la normalità era la cosa primaria. Benedetta non doveva rinunciare al ciclo continuo di scuola, piscina, casa. Per queste ragioni era importante che rimanesse a Taranto, accanto agli affetti, agli amici, nonostante sarebbe stato auspicabile farla allenare presso la società di appartenenza. Ma in questo l'Aniene (la società che l'ha tesserata - ndc) ha ben compreso ed ha lasciato assoluto campo libero alla volontà della famiglia ed anche la mia che l'alleno da quando aveva appena 4 anni».

E restare a Taranto non fa bene solo a Benedetta, ma anche ad una città, ad un indotto, quello del nuoto e dello sport in generale che ha bisogno di esempi positivi. «Sono felice di restare a casa - la favoladice Benny - a contatto con la mia famiglia ed i miei amici. Ma è vero pure che grazie al nuoto sto facendo delle esperienze incredibili che mi stanno permettendo di conoscere tante persone anche di altre nazionalità con le quali ho stretto anche dei bei rapporti di amicizia. Ma Taranto è la mia città, che amo e mi piacerebbe se un giorno fosse davvero inclusiva per quel che riguarda lo sport. Ci son tantissimi ragazzi che potrebbero davvero essere dei campioni ma che per poter sbocciare hanno bisogno delle strutture, dei mezzi per farlo, ed anche delle persone giuste come il mio allenatore Vito che ha sempre creduto in me!».

Il problema dell'impiantistica è storia vecchia, vecchissima e non investe solo il nuoto, ma un po' tutti gli sport, dal tennis al volley, dall'atletica al nuoto e fatalità a chiedere attenzione nello sport sono soprattutto le donne le uniche sul territorio a distinguersi in diverse discipline. «Questo perché siamo toste - dice orgogliosa Benedetta e non ci arrendiamo mai». Come afferma D'Onghia, per far allenare Benedetta decentemente, in vista soprattutto delle gare in programma , sono stati fatti salti mortali. «Con la famiglia Pilato racconta il tecnico - che ha sempre condiviso la mia idea sulle potenzialità e sullo sviluppo di Benedetta, abbiamo girato mezza Puglia a spese nostre, senza il sostegno di nessuno perché nessuno credeva in lei. Quando a Taranto provai a sottoporre all'attenzione degli addetti ai lavori le qualità di Benny, non fui creduto. Avrei potuto lasciar perdere e concentrarmi sull'essenziale, sull'ordinario, ma in lei avevo visto il fuoco, sia nella tecnica che nella testa. Parlai con i genitori che, d'accordo con la mia visione, accettarono la sfida».

Da quel momento cominciarono i viaggi su e giù tra Bari, Taranto, Pulsano, Maglie (società con cui Benedetta fu tesserata dopo l'addio a una società tarantina) senza il sostegno di alcuno sponsor. Forza, determinazione, grinta da vendere e il team Pilato fa centro. In meno di un anno. Il 3 luglio scorso, alla sua prima presenza in nazionale, ai Campionati europei giovanili di nuoto 2019 di Kazan, Benedetta vince la medaglia d'oro nei 50 rana, stabilendo il record dei campionati con 3016. Sempre in Kazan stabilisce il nuovo record italiano categoria ragazzi nei 100 rana superato poi ai campionati di Budapest. A Gwangju, è argento mondiale assoluta alle spalle della King. Un mese fa ritocca i propri primati personali in vasca corta al Trofeo Nico Sapio di Genova e fissa il nuovo record italiano dei 50. Il 4 dicembre vince la sua prima gara a livello assoluto: ai Campionati Europei in vasca corta di Glasgow vince la medaglia d'oro nei 50 rana con il tempo di 2932, nuovo record italiano e record mondiale giovanile. Un fenomeno made in Taranto, la favola più bella del 2019.
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