Taranto, bastonate al candidato e a un militante di Casapound

Bandiere di Casapound
Bandiere di Casapound
di Michele MONTEMURRO
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Venerdì 2 Marzo 2018, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 12:28

Picchiati a bastonate in quanto «fascisti». Anche a Taranto la campagna elettorale, prima del “gong” finale, viene macchiata dal sangue in nome di ideologie che sembravano definitivamente superate con l’uscita dal Novecento. Pur correndo l’anno 2018, la contrapposizione ideologica sta riportando il Paese indietro nel tempo, facendolo ripiombare nei decenni bui della violenza fisica ai danni degli avversari-nemici. E così anche Taranto subisce il riverbero degli episodi di violenza efferata che si sono registrati già in diverse parti d’Italia, l’ultimo dei quali verificatosi qualche ora prima ai danni di un attivista di CasaPound a Livorno.
Giovedì sera ad avere la peggio sono stati il candidato del movimento di estrema destra nel collegio uninominale del Senato Puglia 7 (Taranto-Martina Franca), l’avvocato tarantino 63enne Raffaele De Cataldis, e un altro militante 70enne, entrambi aggrediti da quattro persone col volto coperto. È la versione di uno dei malcapitati, l’avvocato De Cataldis, che ha ricevuto cinque punti di sutura e dodici giorni di prognosi, mentre l’altro militante di CasaPound Italia sino a ieri era ancora ricoverato all’ospedale Santissima Annunziata dopo aver ricevuto venti punti di sutura e venticinque giorni di prognosi. A fare luce sull’accaduto sarà la Digos, che probabilmente può essere agevolata da eventuali telecamere di alcuni esercizi commerciali situati nei pressi del luogo dell’aggressione.
«Guarda… i fascisti di CasaPound», e giù le bastonate. Sono le 22,15 circa di giovedì quando De Cataldis e l’altro militante finiscono di affiggere un manifesto elettorale sui tabelloni di fronte all’istituto Cabrini, in via Dante. Secondo la ricostruzione dell’avvocato tarantino, mentre lui e il suo amico stanno per raggiungere l’auto, da via Aristosseno sbucano improvvisamente quattro persone non identificate, col volto completamente coperto dalle sciarpe. Dopo aver etichettato i due militanti di CasaPound come «fascisti», si consuma l’episodio di violenza che termina con la corsa in ospedale del 63enne e del 70enne.
«Anche l’ultimo giorno di campagna elettorale è stato macchiato da un’aggressione antifascista», scrive in una nota stampa il segretario nazionale di CasaPound Italia Simone Di Stefano, che aggiunge: «Agguati vigliacchi che non risparmiano nemmeno settantenni e donne incinta, come avvenuto ieri (l’altro ieri per chi legge, ndc) a Livorno. Indiscutibilmente sono anche il frutto dell’imbarbarimento di una politica vuota e insulsa che soffia sul fuoco della violenza con stantii dibattiti sul pericolo fascista invece di confrontarsi sui programmi per il futuro del paese». Di Stefano ritiene che «chi non si indigna di fronte a frasi come “i fascisti non hanno diritto di parola” a nostro avviso deve fare ancora parecchia strada sul percorso della democrazia. Dai vari Grasso e Boldrini, che, sia pure in campagna elettorale, dovrebbero rimanere fedeli al loro ruolo istituzionale, aspettiamo la condanna per queste ripetute violenze che, a prescindere dai singoli atti criminali, messe a sistema rappresentano il folle tentativo di mettere a tacere la libertà di espressione dalla Costituzione solennemente garantita».
Raffaele De Cataldis è un volto noto in città in quanto da decenni è stato spesso candidato in varie competizioni politiche e sempre per conto di movimenti e partiti di estrema destra. Una scelta che non gli ha consentito di governare un ente.


                                                                                La ferita a De Cataldis

 

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