Basta polemiche e chiusure. I ristoranti alla prova pranzo

Foto: Max Frigione
Foto: Max Frigione
di Alessandra MACCHITELLA
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Giovedì 11 Febbraio 2021, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 13:03

Una fila davanti a un negozio. Un avviso, stiamo tornando, sui social. Qualche segnale di normalità si può notare già girando per le vie della città. O semplicemente dagli avvisi on line. Da oggi a Taranto, come le altre città della Puglia, è tornata zona gialla. Un errore aveva lasciato la zona arancione con il tempo sospeso tra le saracinesche abbassate e i pochi passanti per strada.
Sulla base dei dati del monitoraggio della Cabina di Regia riunitasi a seguito della rettifica dei dati da parte della Regione Puglia, il Ministro della Salute ha poi firmato un'ordinanza per riportare la regione in giallo. Da rischio alto a rischio medio, sembra abbastanza per motivare la gente a fare una passeggiata, andare a pranzo fuori o bere un caffè al bar. In fondo da oggi si può. Un aperitivo non è più proibito, a patto che si consumi entro le 18, così si iniziano a vedere i primi bicchieri con liquido arancione che riportano una convivialità semplice, quasi di altri tempi.
Il giallo è propizio anche all'imminente giorno di San Valentino, la festa degli innamorati più amata dal marketing, oltre che dagli amati.
In tanti prenotano tavoli per il pranzo della domenica, il 14 febbraio, sembra una buona scusa in più per approfittarne.
Ieri i locali si sono preparati per accogliere al meglio la clientela, anche con la sanificazione dei luoghi, come mostra il Löwengrube nella sua pagina Facebook, un'operazione in maschera nel locale bavarese tarantino: Noi ci stiamo preparando al meglio per potervi accogliere nel migliore dei modi e soprattutto in totale sicurezza. Voi siete pronti a tornare?.
Angelo Matacchiera, titolare del ristorante La Paranza dichiara: «Oggi riapriamo, finalmente il ristorante sarà aperto a pranzo. Continuiamo però anche con La Paranza box per chi non può o non vuole uscire. Per San Valentino porteremo nelle case una scatola con tutto il necessario per il pranzo o per la cena, è un modo per mantenere la convivialità come abbiamo fatto anche a Natale. Il ristorante è aperto fino alle 18, il servizio d'asporto fino alle 22 e il domicilio è no stop. Abbiamo già ricevuto prenotazioni, soprattutto per il 14 febbraio. Ci aspettavamo la riapertura già qualche giorno fa, ieri abbiamo messo a posto le ultime cose così da poter tornare a lavorare tranquillamente. Speriamo che la zona gialla duri per un po'. Siamo chiusi da metà gennaio, abbiamo imparato a non farci illusioni, sappiamo che nulla è programmabile e diamo spazio alla fantasia».
Non solo le vie tornano a popolarsi, anche i social dei locali si riaccendono. Giovedì 11 febbraio (oggi per chi legge, ndc) ripartiamo con tutte le dovute precauzioni a tutela dei nostri clienti e di tutti nostri lavoratori si legge sulla pagina Facebook della pizzeria 400 gradi -, in questo periodo difficile per tutti cerchiamo di rialzarci e pensare positivo. Nicola Coppola di Unione Ristoratori Taranto e titolare della pizzeria spiega: «Noi saremo aperti fino alle 16 e poi riapriremo alle 19 per il servizio d'asporto e il domicilio. Abbiamo ordinato nuovamente carne e prodotti freschi, dobbiamo rispettare un menu di quasi trenta piatti, la paura è che possano richiuderci tra qualche giorno. Ci metterebbero in seria difficoltà. Tra sanificazione e rimessa in sesto dei locali ci vogliono dei sacrifici. La nostra è una macchina complessa. Speriamo solo che le spese saranno ammortizzate nel tempo. I clienti sono solidali, stiamo già ricevendo messaggi e prenotazioni per questi giorni, la gente ha voglia di uscire. Nel primo lockdown c'era paura, adesso ci si sente più sicuri nei locali». Secondo Coppola queste chiusure a intermittenza hanno portato e porteranno a nuove chiusure definitive. «Adesso si esce meno e non ci si rende conto continua ma tanti locali anche del centro sono stati chiusi e venduti. C'è chi dovrebbe fare nuove aperture ma è in attesa. La macchina dei pagamenti per le tasse non è stata bloccata, non lavoriamo da mesi e anche i ristori tardano ad arrivare. Il Governo non ha lavorato bene con la nostra categoria».
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