Acque agitate tra i sindacati confederali del comparto salute della provincia di Taranto per la gestione della parte conclusiva dell’internalizzazione in Sanitaservice dei 384 precari e volontari del 118. Più che agitati e pronti a ricorrere alle carte bollate, invece, i cosiddetti volontari delle associazioni esclusi dalla terza graduatoria degli stabilizzandi, 40 in tutto, che vedono così sfumare, almeno in questa prima fase, l’assunzione a tempo determinato nella società controllata dalla Asl ionica.
Lo scontro
A niente valgono le rassicurazioni dei vertici della società in house e da alcune frange del sindacato autonomo, di un prossimo ingresso in graduatoria attraverso il nuovo bando già pubblicato da due giorni, al quale, però, molti di loro non potranno partecipare per mancanza dei requisiti richiesti. Vale a dire l’aver prestato servizio sulle ambulanze, anche per un solo giorno, nel periodo antecedente il primo febbraio del 2021. Una penalizzazione insopportabile e ingiustificata, per molti, perché colpisce proprio quelli che hanno lavorato nel periodo più caldo della pandemia. I troppo facilmente etichettati «angeli del Covid», presenti in turni massacranti dei lockdown nelle asfissianti tute bianche, maschere e schermo, magari ammalandosi (qualcuno in provincia di Taranto ha perso anche la vita), non potranno presentare domanda all’avviso pubblico, così formulato, lasciando il posto a chi è salito sulle ambulanze, anche per un breve periodo o un solo turno, nei momenti sicuramente più tranquilli e meno rischiosi. Una ingiustizia presa a cuore anche dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica che in comunicato unitario diffuso ieri hanno criticato le scelte del management di Sanitaservice e della Asl. «In maniera sorprendente e senza valorizzare, a differenza del passato, i suggerimenti di Fp Cgil Cisl Fp e Uil Fpl - si legge -, sono stati esclusi tutti coloro che hanno prestato servizio presso le associazioni di volontariato da febbraio 2021, in piena pandemia; vengono così traditi - prosegue la nota - i principi che hanno sostenuto la storia straordinaria dell’internalizzazione: emersione del lavoro nero, valore sociale del servizio, efficienza di attività che deve essere pubblica, riconoscimento a chi si è sacrificato effettivamente nel sistema dell’urgenza». L’amministratrice unica di Saniservice, Maria Rita Di Leo, presa in pieno da questa nuova vertenza, pur riconoscendo «la preziosa, determinante, azione di soccorso salvavita e di supporto gestionale alle operatività di Sistema effettuata durante le fasi drammatiche dell’emergenza Covid-19», è costretta ad adeguarsi a ciò che ha trovato al suo arrivo. «Ci sono accordi sindacali alla base e disposizioni della Asl per cui questa situazione non la posso cambiare», afferma la manager che si prepara a firmare le prime assunzioni e chiudere quella che definisce come «la storia infinita».
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