Aule chiuse, famiglie divise. Rissa sfiorata davanti alla scuola

Banchi di scuola
Banchi di scuola
di Paola CASELLA
3 Minuti di Lettura
Martedì 12 Marzo 2019, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 11:02
L'esasperazione per una situazione ambientale che genera timore per la salute propria e dei propri figli, soprattutto a seguito del sequestro delle collinette ecologiche dell'ex Ilva, oggi ArcelorMittal, a causa della presenza di inquinanti, è sfociata ieri mattina dinanzi alla scuola Vico del quartiere Tamburi in momenti di grande tensione tra genitori degli alunni dei plessi Deledda e De Carolis.
I due edifici scolastici, considerata la loro particolare vicinanza alle collinette, la scorsa settimana sono stati chiusi in maniera temporanea con un'ordinanza del sindaco Rinaldo Melucci, nell'attesa di ricevere dalle autorità competenti rassicurazioni in merito alla sicurezza.
Sin dalle 7.30 di ieri numerose famiglie si sono riunite in presidio davanti alla scuola, per manifestare i disagi legati alle due soluzioni prospettate dall'Amministrazione comunale, nelle more della riapertura. Presenti circa duecento persone, tra genitori e bambini. Sul posto per rassicurare le famiglie e per spiegare le ragioni della proposta presentata sono presto arrivati Francesca Viggiano e Massimiliano Motolese, assessori rispettivamente all'Ambiente e ai Lavori pubblici del Comune di Taranto.
Il confronto, sebbene animato, è stato sereno per larga parte della mattinata. Ad un certo punto, però, il clima è degenerato, a causa di una divergenza di vedute tra un genitore e gli altri circa il luogo del trasferimento indicato dal Comune. «Abbiamo prospettato» ha spiegato l'assessore Viggiano «due ipotesi: dislocare le quarantaquattro classi, anche su doppio turno, tra la Giusti e la Gabelli, entrambe nel quartiere Tamburi, oppure su un unico turno tutte alla Canfora che, però, non si trova nello stesso rione».
Alle famiglie, però, non sarebbe stata particolarmente gradita l'idea di doversi allontanare troppo da casa né quella del doppio turno perché, quello pomeridiano, avrebbe potuto comportare un numero minore di ore di lezione. I disagi lamentati sarebbero numerosi perché molte famiglie hanno diversi figli che frequentano varie scuole. Per loro sarebbe materialmente difficile organizzare diversamente la propria giornata. «I nostri figli» hanno spiegato «si vedrebbero negare anche il diritto al gioco e alla spensieratezza perché, con le turnazioni pomeridiane, non potrebbero più frequentare incontri di calcio, piscina, scuole di danza, catechismo e - cosa ancora più importante - diventerebbe impossibile conciliare gli appuntamenti medici o la necessità di far riposare il pomeriggio alcuni bambini che assumono i farmaci, mentre per altri piccoli sarebbe difficile abituarsi ai cambiamenti, anche quelli più insignificanti per gli adulti».
Durante il confronto con gli amministratori comunali un papà si è detto, però, disponibile a far trasferire suo figlio alla Canfora, scatenando, così la dura reazione di una mamma, cui si sono subito uniti gli altri genitori. La discussione ha perso così la sua pacatezza ed i toni si sono fatti accesi.
Sola la presenza sul posto delle forze dell'ordine e l'intervento pacificatore di altri genitori ha evitato che la discussione si trasformasse in uno scontro fisico. In apertura del presidio gli organizzatori hanno distribuito alcuni volantini informativi per chiedere la solidarietà dei genitori dei bambini che frequentano le altre scuole del quartiere. «Gli altri» hanno spiegato gli organizzatori «saranno comunque liberi di portare o meno i propri figli a scuola. Siamo consapevoli che le cause dei problemi che stiamo vivendo in questi giorni sono di responsabilità dell'ex Ilva, ora ArcelorMittal, e a seguire del Comune. Siamo preoccupati per la negazione del diritto alla salute e allo studio dei nostri bambini, per le condizioni del nostro quartiere e più in generale della nostra città».
Al termine dell'incontro l'assessore Viggiano si è detta molto dispiaciuta per essere stata costretta ad interrompere «un confronto sereno e costruttivo con le famiglie a causa dell'incomprensione tra alcuni genitori». L'amministratrice cittadina ha ricordato che il Comune si è premurato innanzitutto di garantire la disponibilità dei locali, individuando due possibili soluzioni, al fine di garantire il diritto allo studio. «Adesso- ha concluso - sarà il Consiglio d'istituto a decidere gli aspetti organizzativi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA